giovedi` 05 giugno 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.06.2025 I critici di Israele fanno un grande favore ad Hamas
Commento di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «I critici di Israele fanno un grande favore ad Hamas»

I critici di Israele fanno un grande favore ad Hamas
Commento di Antonio Donno

Gaza, il governo sorvola sullo sterminio | il manifesto
Molti media e governi internazionali trattano la guerra a Gaza come scollegata dal massacro del 7 ottobre, favorendo così la propaganda di Hamas. La condanna ipocrita di alcuni governi ignora le responsabilità dei terroristi. Hamas, pur in difficoltà militare, beneficia del sostegno politico implicito di gran parte dell’opinione pubblica internazionale. Israele, invece, è costretta a continuare l’operazione per la propria sicurezza sotto un assedio mediatico e pressioni internazionali, assurdo!

Ormai l’orrendo eccidio di 1200 israeliani da parte di Hamas, il 7 ottobre 2023, è precipitato nella notte dei tempi. I fatti attuali nella Striscia di Gaza appaiono totalmente separati da quell’episodio infame commesso dai terroristi di Hamas nei confronti di cittadini israeliani inermi. A leggere gran parte dei giornali, i due eventi sembrano così lontani l’uno dall’altro da non presentare alcuna connessione. Il che avvantaggia i nemici di Israele e va a danno dello Stato ebraico. Dopo l’episodio del 7 ottobre, infatti, la reazione di Israele si è sviluppata nei mesi successivi, sino ad oggi. Prima la sconfitta di Hezbollah, ora l’attacco ad Hamas hanno comportato i necessari tempi militari per eliminare i due gruppi terroristici. Ma l’operazione contro Hamas richiede di superare difficoltà che non si sono avute nel combattere e debellare – per ora – Hezbollah. 

     Il primo fattore che distingue l’azione militare israeliana contro Hamas da quella contro Hezbollah è il territorio, cioè la Striscia di Gaza, una vasta area nella quale i terroristi di Hamas hanno installato le proprie difese militari. Si tratta di un’area densamente popolata dalla gente della Striscia, tra la quale Hamas si è infiltrata, costringendo gli abitanti inermi del posto ad accettare di essere gli scudi umani che i terroristi utilizzano per riversare su Israele la responsabilità della morte di gente incolpevole. Questo utilizzo disgustoso di povera gente mandata al macello è ignorata da molti politici e giornalisti in ogni parte del mondo, rendendo Israele, come sta avvenendo in questi giorni, responsabile unico di questi fatti.

     La questione centrale è che la reazione intensa di Israele contro Hamas, arroccata tra la gente di Gaza, avviene, nel suo sviluppo nei mesi, ad una distanza temporale dall’eccidio del 7 ottobre 2023, una distanza che favorisce la critica pubblica contro Gerusalemme, perché ogni connessione tra i due fatti è dimenticata, volutamente o meno. Nel caso, però, dei governi di diversi paesi, la loro condanna è falsa e ipocrita. Essi sanno bene che l’attacco militare israeliano contro Hamas, rinchiuso nella Striscia di Gaza, è la reazione contro il gruppo terroristico che è responsabile dei fatti del 7 ottobre. La perdita di vite umane tra la gente di Gaza è responsabilità esclusiva di Hamas, che non ha mai avuto alcun rispetto per la propria popolazione, tanto che nei giorni scorsi alcuni gruppi di abitanti di Gaza hanno dato vita a manifestazioni contro Hamas, prontamente debellate dai terroristi. 

     La critica di alcuni governi per i bombardamenti su Gaza mette in difficoltà Israele, cui si richiede di sospendere l’operazione. Ma è evidente che se Israele dovesse farlo, ciò costituirebbe una sorta di resa di Gerusalemme e di successo politico per Hamas. Benché sull’orlo del fallimento e della disfatta, Hamas ha dalla sua parte la critica internazionale contro Israele, perché lo Stato ebraico si accanisce contro la gente di Gaza: è una situazione inaccettabile per il governo israeliano, e un vantaggio insperato per i terroristi di Hamas, i quali, di fronte alla proposta di una tregua, sospendono ogni giudizio, sostenendo di volere alcuni chiarimenti sui contenuti della proposta stessa. È una richiesta inverosimile da parte di un’organizzazione di criminali che si trova in una situazione di grande difficoltà, circondata com’è dalle truppe israeliane. Eppure – è incredibile a dirsi, ma è così –, gode di due fattori che per ora sono dalla sua parte: la massa di gente comune di Gaza, tenuta sotto la minaccia di morte, e il sudicio favore di un mondo politico internazionale che condanna l’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza. 

     La situazione non favorisce Israele, ma nello stesso tempo pone gli Stati Uniti in un difficile stallo: la proposta di Trump, come si è detto, è tenuta in sospeso da Hamas, con un atteggiamento che dovrebbe mandare su tutte le furie il presidente americano. Per ora, nessuna reazione da parte di Trump. Di conseguenza, Israele mantiene intatta la sua decisione bellica, continuando a bombardare Gaza e infiltrando gruppi di suoi soldati all’interno dei punti liberati. L’azione militare di Israele deve continuare, senza lasciare respiro ai terroristi bloccati nella Striscia e nonostante le critiche che provengono da alcuni governi. Il contrario sarebbe inaccettabile per il governo di Netanyahu.

Antonio Donno
Antonio Donno

takinut3@gmail.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT