Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La pace non è un bene permanente, perché l’Italia non vuole ricordare la lezione del vero Marco Pannella? Commento di Angelo Pezzana
Testata: Bet Magazine Data: 01 giugno 2025 Pagina: 14 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «La pace non è un bene permanente, perché l’Italia non vuole ricordare la lezione del vero Marco Pannella?»
Riprendiamo dal BET Magazine, numero di giugno 2025, a pag. 14 il commento di Angelo Pezzana dal titolo "La pace non è un bene permanente, perché l’Italia non vuole ricordare la lezione del vero Marco Pannella?"
Angelo Pezzana
La pace arriverà solo sconfiggendo il regime di Teheran, da cui partono tutte le guerre mediorientali contro Israele. Il problema dell'Occidente è il suo disarmo morale, la sua mancanza di voglia di agire, anche con la forza, per preservare la pace. Perché la pace è considerata ormai come un bene permanente, il contrario di quanto pensava Marco Pannella
Se si desidera la pace in Medio Oriente, non è sufficiente limitarsi a invocarla, come invece credono molti, giornalisti e politici inclusi. Per ottenere la pace è necessario intraprendere azioni concrete per contrastare la minaccia rappresentata dall'Iran, collaborando con quei paesi arabi che condividono la stessa preoccupazione nei confronti di Teheran, poiché è proprio dal regime degli ayatollah che hanno origine i conflitti mediorientali.
Questa situazione rappresenta la tragedia dell'Occidente contemporaneo: la sua impotenza. L'illusione che la pace sia un bene permanente, che non richiede sforzi per essere conquistata e mantenuta. Questo Occidente, ingannato dalla propaganda dei suoi avversari, dall'Iran a Putin fino a Trump, al punto da non riconoscerli più come nemici. L'Occidente ripone fiducia nella Turchia, membro della NATO, che conduce una guerra psicologica e diplomatica contro Israele, senza che i media ne diano adeguata evidenza.
I paesi occidentali anche se non si fidano dell’ONU non hanno il coraggio di andarsene considerandolo un arbitro imparziale, pur comprendendo che è dominato da Stati dittatoriali. Se le democrazie occidentali intendessero realmente difendersi dalla minaccia delle dittature, dovrebbero piuttosto uscire dall'ONU e fondare una nuova organizzazione internazionale.
Trump non rappresenta un'eccezione. Dopo aver abbandonato la linea della sua prima amministrazione, quella degli Accordi di Abramo, che mirava a promuovere la pace tra arabi sunniti e israeliani isolando l’Iran, oggi tenta di negoziare con il regime iraniano. Dimentica la massima di Golda Meir: "non possiamo negoziare con chi è venuto ad ucciderci". L'Iran ha infatti come obiettivo la distruzione di Israele, e Netanyahu farebbe bene a ripetere il precedente attacco all’Iran, per eliminare in maniera definitiva la possibilità di costruire mai più in futuro l’arma nucleare.
L'unico leader consapevole della necessità di non rinunciare all'uso della forza per perseguire la pace è Netanyahu. Israele non protegge solo se stesso, ma anche le minoranze mediorientali perseguitate; è infatti l'unico Stato che ha mobilitato le proprie forze per difendere i drusi dall'aggressione del nuovo regime islamico siriano.
Chi non ha mai confuso il rifiuto della guerra con il rifiuto della resistenza, voglio ricordare è Marco Pannella. Per lui, la pace significava proteggere i più deboli, anche a costo di sfidare la retorica della nonviolenza. Questo principio motivava i radicali a difendere senza esitazioni gli oppositori di ogni totalitarismo. Oggi imbattersi in pacifisti che invocano il cessate il fuoco senza interrogarsi su chi sia l'aggressore, chi spara per attaccare e chi è obbligato a difendersi. Marco Pannella è scomparso nove anni fa; è necessario prestare attenzione a chi lo cita oggi utilizzando parole che divergono completamente dalle sue, come accadeva e ancora accade con Emma Bonino, che invece di andare con Pannella in Israele, per dimostrare solidarietà trasferendo a Gerusalemme i lavori del partito, preferiva andare dai suoi amici in Egitto. Passati gli anni, non le era rimasto che Papa Bergoglio.
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