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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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israele.net Rassegna Stampa
29.05.2025 La resurrezione della calunnia del sangue
Commento di Catherine Perez Shakdam

Testata: israele.net
Data: 29 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Catherine Perez Shakdam
Titolo: «La resurrezione della calunnia del sangue travestita da causa umanitaria. L’accusa antisemita medievale di “infanticidio rituale” è un mito intramontabile perché non c’è propaganda più efficace che accusare il capro espiatorio del più orrendo dei delitti»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione del commento di Catherine Perez Shakdam, pubblicata sul Times of Israel, dal titolo "La resurrezione della calunnia del sangue travestita da causa umanitaria. L’accusa antisemita medievale di “infanticidio rituale” è un mito intramontabile perché non c’è propaganda più efficace che accusare il capro espiatorio del più orrendo dei delitti".

Catherine Perez Shakdam
L’antisemita calunnia del sangue era già stata rilanciata in epoca nazista: Der Sturmer, 1.05.1934

Pensiamo per un attimo ai titoli dei media: “14.000 neonati moriranno entro 48 ore”. Non per malattie, non per calamità naturali né per carestia ma, implicitamente, per mano dello stato ebraico.

Non si trattava di isteria da tabloid scandalistico. Non si trattava di propaganda di guerra nello stile da VII secolo della Guida Suprema dell’Iran.

Stiamo parlando di una dichiarazione fatta nientemeno che da un alto funzionario umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, durante un’intervista alla BBC.

E sebbene la cifra sia stata successivamente smentita – il numero effettivo si riferiva a bambini a rischio di malnutrizione nell’arco di un anno – il danno, purtroppo, era già fatto e ben radicato come erba gramigna.

Ora, potremmo considerare questa vicenda come un’ennesima cantonata delle Nazioni Unite, un caso di iperbole emotiva che fa premio sui fatti. Ma significherebbe non vedere la corrente più profonda e oscura che vi turbina sotto.

Non si tratta solo di disinformazione. È la resurrezione, raffinata e modernizzata, di un male antico: la calunnia del sangue.

Nel Medioevo, gli ebrei venivano accusati di rapire bambini cristiani e di ucciderli per usarne il sangue per impastare le matzot, il pane azimo della pasqua ebraica.

Una totale assurdità, certo. Ma i risultati erano molto reali. Pogrom. Espulsioni. Massacri. Intere comunità ebraiche rase al suolo sulla base dell’esaltata allucinazione che gli ebrei uccidessero i bambini per scopi “rituali”.

Veloce salto in avanti di qualche secolo e il tema persiste, sebbene la sceneggiatura sia stata aggiornata per i gusti contemporanei. Sparite le candele e le bacinelle piene di sangue in scantinati oscuri. Oggi si parla di “bombe israeliane che prendono di mira i bambini”, di “politica della fame”, della calcolata crudeltà della “macchina da guerra sionista”.

Le immagini sono diverse. Il mito è lo stesso.

Propaganda anti-israeliana. “Le immagini sono diverse. Il mito è lo stesso”

Mentre l’immaginario medievale richiedeva corde e pugnali, la mente moderna richiede solo hashtag e conferenze stampa delle Nazioni Unite.

L’idea che gli ebrei – soprattutto quelli con un potere statale – siano distintamente capaci di commettere infanticidio non è morta: si è semplicemente evoluta, si è rasata la barba, si è appuntata un bagde e ha trovato una scrivania al Palazzo di vetro.

Ciò che rende la diffamazione così duratura è che funziona indipendentemente dalle prove. Una volta seminata, si propaga come una metastasi. Quando i fatti arrivano con la loro lenta sobrietà e le attente sfumature, la massa – online o offline – ha già scelto il suo cattivo.

Nel caso dell’affermazione, ora smentita, dei “14.000 bambini”, nessuno si è soffermato a chiedersi: come è stato calcolato un numero del genere? Dove sono le proiezioni? Cosa sta effettivamente facendo Israele per mitigare i danni?

La realtà – che Israele coordina i corridoi umanitari con le stesse agenzie delle Nazioni Unite che lo denunciano, avvisa i civili prima dei raid aerei, cerca di fornire aiuti in modo che non finiscano nelle mani di Hamas – è tediosa, burocratica e sconvenientemente umana.

Manca di incisività. Non diventa virale. Soprattutto, non eccita la fantasia.

Giacché oggi la calunnia del sangue non è una reliquia, è una struttura narrativa. Un modello mitologico in cui riversare le ansie moderne.

Cosa potrebbe essere più visceralmente efficace che accusare ancora una volta gli ebrei dell’omicidio di bambini?

La calunnia moderna si veste di rispettabilità. Non viene gridata da contadini ubriachi alle porte della città, ma proclamata da attivisti negli auditorium universitari, da giornalisti con severo cipiglio e – sempre più spesso – da alti funzionari di istituzioni sovranazionali.

E a differenza del predecessore medievale che prendeva di mira gli ebrei in quanto anormalità religiosa, la calunnia moderna prende di mira Israele in quanto personificazione nazionale della sovranità ebraica.

Se la vecchia calunnia del sangue accusava singoli e gruppi di ebrei di atti inconcepibili, la nuova versione accusa lo stato ebraico – e per estensione i suoi difensori – di barbarie sistematizzata.

Ma perché ora?

Questa resurrezione non è casuale. Nella nebbia della guerra, quando i fatti scarseggiano e le emozioni sovrabbondano, non c’è propaganda più potente di quella che suggerisce che il nemico sia un sistematico assassino di bambini.

E quando quel nemico è Israele, l’unico stato ebraico al mondo, il bilancio morale diventa terribilmente familiare: non solo gli ebrei sono colpevoli, ma sono colpevoli del crimine più antico e odioso che si possa immaginare.

Peggio ancora, il perfezionamento di questa calunnia si estende ora alla demonizzazione della stessa difesa ebraica. Quando gli israeliani salvano i loro ostaggi, sono aggressori. Quando riforniscono i civili che Hamas tiene in ostaggio, sono colonizzatori. Quando piangono, sono manipolatori. Quando sanguinano, sono colpevoli.

In un universo del genere, nessun atto è innocente e nessuna verità può discolpare.

Correrie della Sera, 24.5.25 

Sia chiaro. I bambini di Gaza stanno soffrendo. È una tragedia. Ma la ragione per cui soffrono – lo sfruttamento delle strutture umanitarie da parte di Hamas, la sua strumentalizzazione militare della vita civile, l’installazione di centri di comando militari sotto gli ospedali – non può essere cancellata dalla calunnia.

Eppure, è esattamente ciò che fa questa narrazione. Non riconosce ai colpevoli nessuna capacità decisionale e reindirizza tutta la colpa sull’eterno capro espiatorio.

È il gioco di prestigio definitivo, un trucco propagandistico che dura da secoli.

Non c’è teatro più grottesco della ripetuta inversione morale a cui oggi assistiamo, dove gli ebrei, storicamente vittime della calunnia di infanticidio, vengono nuovamente etichettati come i perpetratori.

Il tutto sotto lo sguardo indifferente delle istituzioni internazionali che avrebbero dovuto proteggere dal pericolo che tali calunnie si radicassero di nuovo.

Non è semplicemente falso. È inaccettabile.

Il mondo dovrebbe essere migliore di così. E gli ebrei – che siano a Gerusalemme, a Manchester o a Melbourne – non dovrebbero rivivere incubi medievali sotto bandiere moderne, in lingue moderne, con istituzioni moderne che conferiscono nuova rispettabilità a odi antichi.

Se vogliamo esercitare un minimo di chiarezza morale, iniziamo da questo: accusare lo stato ebraico di infanticidio di massa senza alcuna prova non è attivismo a difesa di una causa. È pura calunnia: crudele, vile e catastroficamente familiare.

(Da: Times of Israel, 22.5.25)

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