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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.05.2025 Hanno gli occhi ma non vedono
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Hanno gli occhi ma non vedono»

Hanno gli occhi ma non vedono
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/05/ils-ont-des-yeux-et-ils-ne-voient-pas-315436.html

Le notizie di Al Jazeera (gestita dalla Fratellanza Musulmana) sui morti a Gaza sono riprese dalla propaganda palestinese. I media occidentali attingono da Al Jazeera senza mai verificare. Così fanno da megafono a Hamas e alimentano l'odio contro gli ebrei in Europa.

Quando succede qualcosa nella Striscia di Gaza, i media si affrettano ad accettare, o addirittura ad amplificare, le dichiarazioni del “Ministero della Salute di Hamas”, dando la colpa all'esercito israeliano. Non viene fatto alcun tentativo di presentare la versione dei fatti fornita dall'IDF , se non al condizionale. Così facendo, non fanno altro che seguire l'esempio delle organizzazioni delle Nazioni Unite che da 600 giorni agitano lo spettro di un genocidio immaginario e accusano Israele di voler affamare la popolazione. Ci si  dimentica volontariamente che è stato Hamas a dare inizio al conflitto e che si rifiuta di rilasciare gli ostaggi e deporre le armi, cosa che sarebbe sufficiente per porre fine alle “sofferenze” di un popolo che ha applaudito alle atrocità del 7 ottobre 2023. Curiosamente, quando avviene un attacco in Occidente, le autorità sono pronte ad affermare immediatamente che non vi è alcuna indicazione che esso sia collegato al terrorismo. Si privilegia l'ipotesi di un “atto isolato” dovuto a persona squilibrata o affetta da disturbi mentali.

Si evita accuratamente di fornire qualsiasi informazione sull'autore del reato, perfino il suo nome. Si tratta di evitare a tutti i costi il “collegamento”. Si deve evitare la famigerata etichetta di “islamofobo.” Resta il fatto che la stragrande maggioranza degli attentati che l'Europa sta subendo e che ha subito, sono opera di individui “ispirati” dall'Islam, da Daesh e da altri movimenti jihadisti.

Alcuni danno una motivazione al loro gesto. In Francia, alcuni collaboratori di Charlie Hebdo sono stati assassinati per aver “insultato il profeta.” Il sequestratore dell'Hyper Cacher afferma di essere antisemita e si appella allo Stato Islamico. Altri lasciano che siano i fatti a parlare da soli: la decapitazione di un sacerdote mentre officiava nella sua chiesa parrocchiale, il lancio giù da una finestra di una vecchia signora ebrea. In Francia, dall'inizio dell'anno sono stati registrati sette attacchi o tentativi di attentati dichiaratamente islamici. Nel 2024 sono stati registrati più di 1.500 episodi di antisemitismo. Ma è solo ora che in Francia e in Inghilterra, in seguito ad indagini approfondite, si comincia a comprendere il coinvolgimento in questi eventi dei Fratelli Musulmani e a preoccuparsi seriamente della loro crescente influenza in Europa. Queste inchieste mettono in luce il fatto che attraverso le loro reti, in particolare attraverso il potente canale televisivo Al Jazeera, di proprietà dell'emiro del Qatar ma in realtà interamente gestito dalla Fratellanza, loro incitano alla violenza contro Israele, incoraggiano le manifestazioni “Pro Palestina” e  sovvenzionano generosamente Hamas. Dopotutto, è grazie ai soldi del Qatar che sono stati costruiti chilometri di tunnel a Gaza e che si è sviluppata l'industria bellica di Hamas. Ora, si è anche “scoperto” che il canale copre gli eventi in Medio Oriente con una chiara mancanza di obiettività e contribuisce all'impresa di demonizzare lo Stato ebraico. In conclusione dell'inchiesta, “lo Stato sta compiendo un nuovo passo, effettuando una diagnosi documentata per oggettivare la minaccia islamista e farla conoscere.”

Che sia anche un'opportunità per comprendere meglio la situazione sul campo a Gaza?

  
Michelle Mazel


takinut3@gmail.com

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