Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Così Hamas ha fatto il nido in Inghilterra Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 28 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «I soldi dalla City»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 28/05/2025, a pagina 1/V, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "I soldi dalla City".
Giulio MeottiA marzo, l’organizzazione benefica britannica Save One Life UK è finita sotto inchiesta per finanziamenti a Hamas, dopo aver raccolto due milioni di sterline destinati in gran parte a Gaza, non per aiutare la popolazione civile, ma per finanziare l’attività militare di Hamas. Il Regno Unito, da sempre considerato una terra simbolo della libertà in Europa, rischia oggi di trasformarsi in un rifugio per gli amanti del califfato islamico
Roma. A marzo, un’organizzazione benefica britannica cheraccoglie fondi per Gaza è finita sotto inchiesta della polizia per le accuse secondo cui il denaro finirebbe per finanziare Hamas. Save One Life Uk è stata segnalata all’antiterrorismo, accusata di dirottare parte del denaro distribuito verso il gruppo terroristico. L’organizzazione ha raccolto due milioni di sterline negli ultimi quattro anni, la maggior parte dei quali destinati a Gaza dall’inizio della rappresaglia militare israeliana dopo il 7 ottobre. In un manifesto, pubblicato nel primo anniversario degli attacchi di Hamas, Save One Life Uk ha dichiarato: “Anni di resistenza. La Palestina è forte: dodici mesi di brutale violenza. Decenni di resistenza resiliente”. “Una delle tre principali fonti di finanziamento di Hamas è il Regno Unito”, rivela ora il canale israeliano Channel 12.
Il finanziamento include il 25 per cento dei donatori di Hamas provenienti da attori non statali. Hamas opera nel Regno Unito pressoché “impunemente”, ha riferito il giornalista Omri Maniv, spiegando che l’apparato di difesa israeliano si riferisce a Londra come “la capitale finanziaria di Hamas in occidente”.
Udi Levy, ex capo della Divisione finanziaria antiterrorismo del Mossad, ha detto: “La Gran Bretagna sta diventando il principale paese che trasferisce fondi a Hamas, anche dopo il 7 ottobre”. Le valutazioni di sicurezza indicano che il Regno Unito è fra i primi tre paesi al mondo in termini di donazioni a Hamas, insieme alle nazioni a maggioranza musulmana. Inoltre, si accusa un programma umanitario del governo britannico che prevede pagamenti in contanti di 200-300 dollari al mese a 546 mila persone bisognose a Gaza. Il nocciolo dell’accusa non è che il Regno Unito abbia cercato di sostenere il terrorismo, ma che la sua strategia di aiuti abbia operato di concerto con gli stessi meccanismi che sostengono il governo di Hamas.
L’Unicef ha affermato di lavorare con una “lista dei beneficiari del MoSd”, ovvero il ministero dello Sviluppo sociale controllato da Hamas, per determinare chi riceve il denaro, e guidato da Ghazi Hamad, membro del politburo di Hamas, designato “alto funzionario di Hamas” dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e che dopo il 7 ottobre divenne famoso per aver giurato in tv che l’avrebbero rifatto, il 7 ottobre, “fino a quando Israele non sarà annientato”.
La questione degli aiuti del Regno Unito dirottati verso Hamas diventa ancora più urgente se si considerano gli obblighi del Regno Unito ai sensi della risoluzione 1373 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impone a tutti gli stati di “prevenire il finanziamento di attiterroristici” e di garantire che “chiunque partecipi
al finanziamento… del terrorismo sia assicurato alla giustizia”. Il servizio di Channel 12 nomina specifici agenti di Hamas con sede nel Regno Unito, tra cui Zahar Birawi, a capo del Palestinian Return Centre di Londra, che guida le attività di Hamas in Gran Bretagna e ha avuto un ruolo determinante nell’organizzazione di proteste antisraeliane settimanali a Londra. Issam Yusef Mustafa, ex membro del politburo di Hamas, è cittadino britannico ed è il principale finanziatore di Hamas in Europa.
Erez Noy, ex funzionario dello Shin Bet che si occupa di finanziamenti al terrorismo, ha dichiarato a Channel 12 che “Hamas è forte in Gran Bretagna perché nel corso degli anni si sono abituati a poter fare quasi tutto ciò che vogliono lì, rispetto ad altri paesi in Europa. Quando Hamas si rende conto che esiste un’arena permissiva, ne mette alla prova i limiti”. Hamas ha presentato perfino una petizione al Regno Unito il mese scorso per essere rimossa dall’elenco delle organizzazioni terroristiche vietate dal paese. E dalla sua ha anche un gruppo di avvocati britannici.
“Nelle profondità della capitale britannica, l’ufficio dei Fratelli musulmani è diventato uno dei rami più attivi del gruppo islamista”, raccontava Foreign Policy. Londra era la “casa naturale” per la Confraternita islamica di cui Hamas fa parte. Gomaa Amin, il secondo in comando e il membro più anziano della Confraternita non in carcere, viveva a Londra. Usano fondazioni di facciata, come la “Cordoba”, dal nome della città spagnola che fu a lungo sotto il dominio dell’islam. E sotto cui vorrebbero far tornare Gerusalemme.
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