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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
28.05.2025 Provano orrore per la parola sicurezza
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 28 maggio 2025
Pagina: 1/14
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «La sinistra prova orrore per la parola 'sicurezza'. E si dà alla gazzarra»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 28/05/2025, a pag. 1/14, con il titolo "La sinistra prova orrore per la parola 'sicurezza'. E si dà alla gazzarra", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Manifestazioni continue della sinistra contro il Decreto Sicurezza, dentro e fuori dal parlamento e anche a Bologna. Quel che la sinistra non tollera è, a quanto pare, il concetto stesso di "sicurezza".

Gazzarra in Parlamento, gazzarra fuori dal Parlamento, gazzarra in trasferta pure a Bologna. Insomma, gazzarra ovunque, da parte dei soliti noti, contro il decreto-sicurezza.
In altro contesto, sarebbe perfino appassionante esaminare la norma pure qui (non solo in Parlamento, dov’è doveroso farlo) articolo per articolo, comma per comma. Ma – ecco il punto – mancano negli interlocutori di sinistra le condizioni minime di buona fede e connessione con la realtà per svolgere un dibattito del genere.
Ma davvero – in odio a Meloni e Salvini – qualcuno vuole mettersi a difendere ladre e ladri che si fanno scudo dei bambini? Davvero qualcuno se la sente di offrire ombrelli legali agli occupanti abusivi di case? Davvero – senza nemmeno un filo di autoironia – qualcuno piagnucola perché i “disobbiedienti civili” vanno incontro a conseguenze legali? Roba da ridere: se decidi consapevolmente di violare una norma, dovresti essere il primo a chiedere di pagarne le conseguenze, proprio – dal tuo punto di vista – per sollevare il caso. E invece no: questi prima vogliono fare i fenomeni (bloccando il traffico, fermando auto e treni), e poi però chiamano papà (cioè Pd e sinistra assortita) per ottenere un ombrello protettivo.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

E allora sta qui – nonostante un turno elettorale indubbiamente positivo per la sinistra – una profonda ragione di sconnessione con i cittadini.
Anche perché – ecco il punto – alcuni critici ossessivi del salvinismo e del melonismo non hanno compreso che gli elettori, su tutto ciò che attiene alla sicurezza o, su un altro piano, rispetto al contrasto all’immigrazione illegale, sono molto più duri dei leader che i progressisti definiscono spregiativamente “destra-destra”.
Starei per dire che le posizioni più rigide nell’area politica sono quasi “moderate” rispetto a ciò che si sente per strada. Ma non ditelo a chi ha completamente perso il contatto con la realtà.
Tempo fa Dan Hannan, un brillante conservatore britannico di scuola thatcheriana che non ammira particolarmente Donald Trump, pur riconoscendone l’energia e la capacità di trasformazione del quadro politico, si è domandato come mai noi, genericamente di centrodestra, tendiamo a perdonare a Trump un po’ tutto, forse troppo, a volte anche toni e linguaggi che non ci farebbero piacere in un amico o in un familiare.

I PROGRESSISTI ESASPERANO

La risposta mi pare elementare: perché la sinistra ci ha esasperato, e la sola idea che qualcuno faccia impazzire i progressisti ci induce istintivamente a godere e ad applaudire. Il che – forse – non sarà sempre sacrosanto, ma è umanamente comprensibile.
Alzi la mano chi non ha provato almeno una volta questo sentimento dalla vittoria trumpiana di novembre 2024 fino ad oggi.
Trasportando e trasponendo questa considerazione in Italia, i termini del ragionamento non mutano.
E l’irritazione suscitata nella maggioranza degli italiani dalle strillate isteriche della sinistra ogni volta che si sfiora il tema della sicurezza è tale da rendere secondario perfino il dibattito sull’oggetto della contesa.
Basta vedere i protagonisti della sinistra, basta sentire le loro prime invettive per capire che è saggio e prudente – istintivamente – collocarsi altrove.

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