Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Gli uccisi a Washington sono la dimostrazione che non è così che si costruisce la pace, ma il contrario: Hamas e soci vanno eliminati Commenti di Times of Israel e Jns
Testata: israele.net Data: 25 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Redazione di Times of Israel e Jns Titolo: «Il terrorismo 'anti-sionisita' uccide i costruttori di pace. L’impegno per la comprensione reciproca israelo-palestinese della giovane assassinata a Washington perché ebrea»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione degli articoli del Times of Israel e Jns dal titolo "Il terrorismo “anti-sionisita” uccide i costruttori di pace. L’impegno per la comprensione reciproca israelo-palestinese della giovane assassinata a Washington perché ebrea".
Sarah Lynn Milgrim, assassinata a sangue freddo da un terrorista “anti-sionista”. Era una pacifista convinta e aveva fatto volontariato con Tech2Peace, un'organizzazione che promuoveva la cooperazione fra israeliani e palestinesi in campo tecnico. E' dunque la dimostrazione plastica di quanto siano inutili queste iniziative. L'odio contro gli ebrei esula dai tentativi di "costruire la pace". L'unica cosa che si può e si deve fare è distruggere Hamas.
Sarah Lynn Milgrim, la giovane ebrea americana assassinata mercoledì insieme al suo compagno Yaron Lischinsky da un terrorista che ha aperto il fuoco durante un evento al Capital Jewish Museum di Washington, si era laureata presso la American University School of International Service e, prima di entrare in servizio presso l’ambasciata israeliana, aveva già instancabilmente lavorato per promuovere la pace tra Israele e i suoi vicini.
L’assassino, identificato nell’estremista Elias Rodriguez, appena arrestato ha gridato Free Free, Palestine (“Palestina libera”), lo slogan dei cortei anti-sionisti che urlano “dal fiume al mare” e “globalizzare l’intifada”.
Secondo un post su LinkedIn condiviso un paio di anni fa, Sarah Milgrim ha trascorso cinque settimane in Israele per fare ricerche sul ruolo delle amicizie personali nella costruzione della pace, nell’ambito dei suoi studi per la tesi magistrale.
Aveva concentrato lo studio sulle esperienze di 12 partecipanti israeliani e palestinesi a un seminario organizzato da Tech2Peace a Neve Shalom/Wahat al-Salam (il famoso villaggio “Oasi di pace” arabo-ebraico fondato nel 1972 da Bruno Hussar a metà strada tra Tel Aviv e Gerusalemme), documentando le storie dei partecipanti e le complessità del conflitto israelo-palestinese.
Il lavoro di Milgrim si basava sul periodo trascorso con Tech2Peace l’estate precedente, durante il quale aveva sviluppato una particolare attenzione alle storie individuali. “Lavorando per Tech2Peace la scorsa estate – aveva scritto Milgrim – mi sono innamorata del documentare le storie straordinarie dei partecipanti e sapevo di dover fare di più”.
Il suo progetto mirava a mostrare come le relazioni personali possano contribuire agli sforzi di costruzione della pace.
Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim
Milgrim aveva espresso gratitudine per l’opportunità di tornare a Tech2Peace, sottolineando il senso di comunità che aveva trovato. “È stato un onore tornare a Tech2Peace e alla loro straordinaria comunità – aveva scritto – dove ho stretto nuove amicizie che dureranno una vita, svolgendo al contempo un lavoro così importante per la regione”. E aveva ringraziato Hela Lahar e lo staff di Tech2Peace per la calorosa accoglienza e l’American University School of International Service per il supporto al suo viaggio.
Tech2Peace è un’organizzazione no-profit che riunisce giovani israeliani e palestinesi per collaborare a progetti tecnologici e imprenditoriali, nello sforzo di promuovere la comprensione reciproca.
L’amica e collega attivista Jennifer Laszlo Mizrahi descrive Sarah Milgrim come “una giovane, appassionata e brillante sostenitrice dell’ambiente: si occupava di clima e sostenibilità presso l’ambasciata d’Israele a Washington ed era profondamente impegnata a costruire un mondo più pacifico e sostenibile”.
Joshua Maxey, direttore esecutivo di Bet Mishpachah, una sinagoga LGBTQ a Washington frequentata da Milgrim, la ricorda come una persona impegnata ad aiutare le persone LGBTQ a sentirsi incluse. “Ciò che ammiravo di più in lei – dice Maxey – era la sua grande dedizione alla comunità ebraica, e non solo alla comunità ebraica ma all’umanità nel suo complesso, e a promuovere la pace affermando che siamo tutti un’unica grande famiglia umana e che dovremmo prenderci cura gli uni degli altri e impegnarci con tutte le nostre capacità per rendere questo mondo un posto migliore”.
Il suo compagno e futuro sposo Yaron Lischinsky, research assistant presso la sezione politica dell’ambasciata israeliana, aveva sempre avuto chiaro l’obiettivo di diventare un diplomatico spinto dal desiderio di “contribuire a costruire ponti con altri luoghi e paesi”, afferma il suo professore Nissim Otmazgin, preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Gerusalemme. Pensava che lo avrebbe aiutato in questa missione il suo background eterogeneo: aveva padre cristiano e madre ebrea e considerava casa propria sia Gerusalemme sia Norimberga, la città della Germania meridionale dove aveva trascorso l’infanzia.
Secondo la sua pagina LinkedIn, Lischinsky sosteneva gli Accordi di Abramo, che hanno normalizzato le relazioni tra Israele e diversi paesi arabi, e riteneva che “ampliare la cerchia della pace con i nostri vicini arabi e perseguire la cooperazione regionale sia nel migliore interesse dello stato d’Israele e del Medio Oriente nel suo complesso”.
(Da: jns.org, Times of Israel, 22.5.25)
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