Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "La sinistra ha un grave problema di terrorismo".

Giulio Meotti
Se Karl Marx diceva che i poveri non hanno che da perdere le catene, il terrorismo viene sempre dall’élite della società, dalla Russia zarista ritratta da Dostoevskij ai nostri giorni.
Una gnosi violenta propria delle classi culturali abbienti e delle élite economiche. Hanno diplomi alle scuole private e lauree prestigiose, spesso ottimi conti in banca e si impegnano a tempo pieno a rovesciare la società occidentale che li ha generati e a distruggere la cultura dalla quale sono stati, loro malgrado, nutriti.
Il padre del terrorista che ha ucciso a colpi d'arma da fuoco due membri dello staff dell'ambasciata israeliana, prossimi al fidanzamento, presso il Museo Ebraico di Washington, a marzo è stato onorato da un membro di sinistra del Congresso con un invito al discorso congiunto di Donald Trump, secondo quanto appreso in esclusiva dal New York Post.

Eric Rodriguez, il padre del terrorista che ha ucciso la coppia di israeliani, con il deputato democratico Chuy Garcia a marzo
A marzo, il deputato Chuy Garcia ha accolto ed elogiato Eric Rodriguez come “un aperto difensore contro gli attacchi ai diritti dei dipendenti federali sindacalizzati. Eric rappresenta il meglio della nostra comunità”. Questo ovviamente prima che il figlio uccidesse a sangue freddo Yaron Lischinsky, 28 anni, e Sarah Milgrim, 26 anni, che stavano per fidanzarsi.
Ma lasciamo stare il padre Democratico del terrorista o che il figlio assassino abbia donato alla campagna di Joe Biden.
Il problema è che i terroristi stanno uscendo, come negli anni Sessanta e Settanta, dall’album di famiglia del progressismo. Come la borghesia colta e occidentalissima che, in nome della lotta di classe, voleva, come diceva il poeta Jean Genet, piantare una lancia “nella carne troppo grassa” delle democrazie europee.
Non c’è Hanoi, dietro questi “nuovi vietcong” come li immagina l’immaginario malato di certi woke. La loro non è la storia di Patricia Hearst, l’ostaggio dei terroristi che alla fine si arruola tra i suoi rapitori. Non è la “sindrome di Stoccolma”. Sono i figli perduti dell’Occidente.
“L'ho fatto per Gaza”, ha detto Rodriguez ai poliziotti che lo arrestavano. Partecipava alle manifestazioni pro-Gaza e donava alle cause palestinesi. Ha militato per un periodo nella sezione di Chicago del Partito per il socialismo e la liberazione, sostenitori di Putin, Cuba, Venezuela, Corea del nord e Cina. Al momento dell’arresto, Rodriguez ha anche detto: “C’è una sola soluzione, globalizzare l’Intifada fino alla rivoluzione”.
La dinamica dell’attacco è agghiacciante: Rodgriguez ha avvicinato la coppia israeliana da dietro mentre stavano per attraversare la strada, ha estratto la pistola e sparato loro alla schiena. Dopo che la coppia è caduta, si è diretto verso di loro sparando diverse volte. Mentre la donna cercava di allontanarsi strisciando, la ragazza è stata colpita mentre cercava di mettersi a sedere. Rodriguez l’ha seguita e le ha sparato di nuovo. E poi ancora.
Ora si profilano inchieste sulle organizzazioni civili e politiche (e sono tante) a cui era affiliato il terrorista.
Sui social, l’assassino della coppia israeliana è già un eroe. “More Elias”, recita il ventriloquo occidentale della Jihad. Tiktoker da un milione di follower inneggiano all’uccisione degli israeliani.

Nelle università americane si vendono t-shirt a sostegno del 7 ottobre
Rodriguez è nato a Chicago, ha una laurea presso l'Università dell’Illinois, faceva il ricercatore per un archivio di resoconti di vita afroamericani fondato dalla Carnegie Mellon denominato “The History Makers” ed era un attivista di estrema sinistra, senza farsi mancare niente, dalla lotta contro Amazon a Israele.
Rodriguez non si presenta come un barbaro analfabeta, ma come un uomo “sensibile” che pensa, legge, giudica, studia e agisce. Un vero woke.

Un anno fa la sezione di Chicago del suo partitino ha scritto: “Sterminate i sionisti”.
Qualche giorno fa un altro terrorista anti-israeliano, Cody Balmer, 38 anni, ha incendiato la residenza del governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, ebreo.

Non è un fenomeno nuovo. Molti dirigenti brigatisti, come gli assassini della Baader Meinhof (Andreas Baader era il figlio di un professore di Storia, Ulrike Meinhof era la figlia di un direttore di museo e viveva in una villa), avevano il doppio cognome ed erano figli di magistrati e accademici.
E oggi dal ventre di benessere, progressismo e liberà dell’Occidente stanno uscendo numerosi terroristi politici e ideologici. Ora l’ideologia non è più comunista, ma antisemita, antinatalista, anticapitalista e antiumana.
Se siamo arrivati a un soldato, Aaron Bushnell, che si dà fuoco per la Palestina come i monaci in Vietnam, allora significa davvero che un pezzo d’Occidente è arrivato allo stadio finale del martirio woke.

Scrive Douglas Murray: “Rodriguez non sembra essere un musulmano radicale. È una persona che è stata radicalizzata in America da gruppi di sinistra radicale che credono che uccidere gli ebrei li renda persone moralmente valide. Ora i gruppi radicali in questo Paese – spesso sostenuti da Iran e Qatar – lo stanno elogiando. Un giornale del regime in Qatar ha già chiesto ‘Qualche altra [persona] come Rodriguez’. Che l'America si schieri con le vittime di questo atto atroce o con il colpevole ci dirà molto su dove andrà l'America, come società”.
Oltre a Rodriguez, ci sono almeno altri tre esempi nell’ultimo anno. E allora ecco che viene fuori tutta la rabbia che cova nella società occidentale e il clima che si respira in questa ondata di consenso per chi uccide.
Qualche giorno fa, un coetaneo di Rodriguez in California, Guy Edward Bartkus, si è fatto saltare in aria nel tentativo, andato in porto, di distruggere una clinica della fertilità. Aderiva alla filosofia “anti-natalista”, ecologismo radicale secondo cui sarebbe meglio non essere nati e che nessun altro nascesse, per il bene del pianeta. Un bambino è fonte di Co2, pensano questi pazzi ideologici con tante porte aperte nel mainstream.

La clinica della fertilità fatta saltare in aria in California
Rodriguez, il terrorista che ha ucciso gli israeliani, era un fan di Luigi Mangione, il figlio di ricchi italo-americani che a New York ha ucciso l’amministratore delegato dell’assicurazione UnitedHealthcare, Brian Thompson, lo scorso dicembre. Un altro estremista di sinistra coetaneo di Rodriguez diventato un idolo della “Generazione Z”. Mangione ha “vendicato” gli esclusi del capitalismo. Lui che ha frequentato una scuola privata a Baltimora e si è laureato in una università d’élite. Università dove il suo assassinio è stato celebrato dai professori. Il 41 per cento dei giovani che vanno al college in America giustifica l’omicidio di Thompson.
Il verme è nel frutto. Il cuore di tenebra occidentale.

Il volto di Luigi Mangione è stampato su magliette e proiettato sui grattacieli. Il suo nome è scritto su adesivi da comprare su un sito ad hoc e questi adesivi sono stati attaccati ai lampioni dalla costa del Pacifico a Long Island, oltre che a Torino. È diventato il santo patrono di tutti i progressisti che credono che i dirigenti assicurativi come Thompson siano orchi malvagi. Se solo questa follia fosse senza precedenti, ma purtroppo non lo è: persone civili sono già cadute nella trappola dei terroristi.
La famosa cantante Marianne Faithfull dedicò una canzone a Ulrike Meinhof, la terrorista rossa che non a caso, oltre che i “capitalisti”, attaccava gli ebrei.

Mangione e Thompson
A Nashville, in Tennessee, un’altra figlia del privilegio occidentale, l’artista transgender Audrey Elizabeth Hale, un maschio che si identifica come “donna trans”, è entrata nella sua vecchia scuola elementare cristiana e ha fatto una strage: tre bambini e tre adulti (fra cui il preside e la figlia di nove anni). Ha lasciato anche un manifesto di rivendicazione.
Di 67 milioni di americani della "Generazione Z" (i nati dopo il 1996), il 51 per cento pensa che l'America è "inestricabilmente legata alla supremazia bianca", il 52 per cento vuole le riparazioni razziali per i neri, il 60 per cento crede che il razzismo sistemico sia "diffuso” nella società, il 64 per cento che “i disordini e i saccheggi sono giustificati in una certa misura” dalla necessità di affrontare il razzismo sistemico “con qualunque mezzo necessario”, il 51 per cento che il "genere binario" (maschi e femmine) è "obsoleto", il 41 per cento è a favore della censura dell'"incitamento all'odio", il 66 per cento per mettere a tacere gli oratori che considerano “offensivi”, il 61 per cento ha opinioni positive sul socialismo e il 70 per cento pensa che "il governo dovrebbe fare di più per risolvere i problemi". I risultati in Inghilterra sono simili.
In pratica abbiamo tirato su una generazione di pericolosi fanatici che hanno inteso l’omicidio come una forma di comunicazione. E, neanche a dirlo, la maggioranza di loro sta con Hamas piuttosto che con Israele.
I gruppi studenteschi nelle università contro cui ora si batte Donald Trump proclamano di voler “sradicare tutta la civiltà occidentale”.
Le manifestazioni pro-Hamas dentro i campus universitari erano già abbastanza scioccanti. Ma forse, come dimostrano la bomba alla clinica della fertilità, l’uccisione di un capo aziendale e la strage a una scuola cristiana, oltre che all’antisemitismo dobbiamo risalire a quel politicamente corretto che abbiamo liquidato con troppa fretta come una vanità ideologica di nicchia e che invece ci sta trascinando con sé nell’abisso.
Perché se gli stessi che piangono e battono i piedi se dici che “le donne non hanno il pene” gioiscono di fronte all’omicidio di donne, vecchi e bambini ebrei e arrivano a uccidere a New York una giovane coppia israeliana, allora significa che la civiltà occidentale è andata a rotoli.
La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).
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