Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'antisemitismo uccide. L'ondata di odio, scatenata dai media unificati su impulso dell'Onu, è la causa dell'assassinio di Yaron e Sarah a Washington. Come dal Medioevo fino al Novecento si inventava una falsa accusa di sangue contro gli ebrei per scatenare i pogrom, oggi si inventa l'accusa del genocidio e dello sterminio di bambini palestinesi per scatenare gli antisemiti nelle città occidentali.
L'uccisione a Washington di una giovane coppia israeliana di diplomatici in procinto di sposarsi è, come Benjamin Netanyahu non ha mancato di sottolineare, una delle conseguenze dell'odio generato contro Israele, interamente fomentato dalla propaganda.
Quando la parola “propaganda” non esisteva, esistevano calunnie, di cui la propaganda non è altro che l'organizzata diffusione.
Allora, gli ebrei venivano accusati di avvelenate i pozzi, di diffondere le malattie, di profanare le ostie e di uccidere i bambini. E su quest'ultima accusa occorre soffermarsi perché, mente le altre sono cadute nell'oblio, questa è rimasta viva, vivissima.
Dal Medioevo, per inoltrarsi nel Cinquecento, arrivare fino al Novecento, e giungere oggi a Gaza, l'accusa nei confronti degli ebrei, di uccidere i bambini per diletto e sete di sangue è quella più persistente e che maggiormente colpisce e indigna l'opinione pubblica.
Da Gaza, Hamas, i cui miliziani hanno intenzionalmente ucciso barbaramente bambini ebrei davanti ai loro genitori, con il culmine dello strangolamento di un infante dopo averlo rapito, fornisce senza sosta i numero inverificabili dei bambini palestinesi morti a causa della risposta bellica israeliana, bambini che invece di essere stati protetti in uno dei cunicoli estesi per 800 chilometri che Hamas ha costruito sotto gli edifici della Striscia, imponente e faraonica opera di città sotterranea, sono stati lasciati in superficie, esposti al pericolo in quella che è una strategia precisa. Yahya Sinwar, il terrorista responsabile di avere pianificato il 7 ottobre, lo aveva dichiarato senza infingimenti prima di morire, la massimizzazione dei morti civili sarebbe stata una potente arma contro Israele.
L'assassino di Yaron Lischinsky e Sarah Lynn Milgrim, questi i nomi dei due giovani israeliani uccisi a Washington lo ha detto chiaramente, "L'ho fatto per Gaza". A omicidio avvenuto ha urlato "Free Palestine", il grido di moda che invita al genocidio degli ebrei in Israele ma a colpirli anche fuori di esso.
Qui in Italia, Giuseppe Conte, da parvenu della politica a capo di un partito senza storia, senza tradizione e orrendamente sfigurato dall'ignoranza turpe dei suoi membri, ha dichiarato che la colpa dell'antisemitismo è di Netanyahu. Lui e il suo mentore, Marco Travaglio, che lo ha anticipato dicendo la stessa cosa, non sa che accusare gli ebrei di essere loro la causa dell'antisemitismo è la più classica accusa degli antisemiti e risale all'epoca dei pogrom nel periodo della Russia zarista. Con questa accusa sì può giustificare anche la Shoah. Infondo, se Hitler ce l'aveva così tanto con gli ebrei, qualche ragione la doveva pur avere...
Oggi il clima è questo, fetido, irrespirabile, fondato su nuovi libelli del sangue, popolato da monatti, da invasati dell'indignazione a senso unico che puntano il dito contro Israele per i morti a Gaza omettendo le cause di questa guerra: il 7 ottobre, il radicalismo islamico, l'ossessivo antisemitismo di Hamas.
L'ondata fecale è ora all'apice, è imponente, ma tornerà poi ad abbassarsi appena la guerra sarà finita, quando Israele avrà raggiunto, si spera, il suo obiettivo, bonificare Gaza dai volonterosi carnefici di Hamas, ripristinando la propria sicurezza.
L'odio per gli ebrei è una costante della storia da duemila anni. È insopportabile ma si sopporta, non ha mai impedito di andare avanti.