Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
AllahU Akbar e Free Palestine: è lo scontro civiltà, idioti Newsletter di Giulio Meotti
Testata: Newsletter di Giulio Meotti Data: 23 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «AllahU Akbar e Free Palestine: è lo scontro civiltà, idioti»
Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "AllahU Akbar e Free Palestine: è lo scontro civiltà, idioti".
Giulio Meotti
Elias Rodriguez urlava Free Free Palestine, mentre veniva arrestato, dopo aver assassinato due funzionari dell'ambasciata di Israele a Washington.
Un gruppo di giovani fa irruzione in una chiesa ad Avignone, gridando “Allahu Akbar” e minacciando di incendiarla. La polizia è costretta a mettere sotto protezione la chiesa. Racconta don Milan che i giovani hanno lanciato insulti contro il cristianesimo. “Gridavano 'Allahu Akbar' e ci hanno ripetuto più volte: 'Torneremo e bruceremo la vostra chiesa’”.
A Rouen, in Normandia, altri “giovani” entrarono durante la messa e sgozzarono il sacerdote, Jacques Hamel.
“Attaccare le chiese è un modo per indebolire l'intero paese”, dice aLe Figaroil filosofo Rémi Brague, membro dell'Institut de France, professore emerito di filosofia all'Università Panthéon-Sorbonne e fra i massimi intellettuali d’Europa (il suo libro più bello in italiano è Il futuro dell’Occidente).
Non si contano le chiese messe sotto protezione dalla polizia in Francia, dall’Indre alle Yvelines.
Poche ore dopo un altro entra al Museo ebraico di Washington per uccidere due funzionari israeliani, una coppia di fidanzati, assassinati al grido di “Free Palestine”. Il terrorista stavolta è il classico rappresentante della sinistra che in questi mesi ha devastato le strade occidentali: Black Lives Matter, woke, socialista radicale, contro Amazon, “Free Gaza” (non da Hamas, ovviamente) e filo-islamista. Un comunista che uccide per conto dei terroristi islamici. Nulla di nuovo.
Chi gli ha instillato l'idea che “Liberare la Palestina” significhi sparare ai diplomatici ebrei? Sappiamo molto bene chi.
“Allahu Akbar” e “Free Palestine” ripetono gli assassini e i loro utili idioti nelle stesse manifestazioni: lo scontro di civiltà è qui e ora, in Occidente. Ce lo dicono, ce lo ripetono, lo annunciano. E passano ai fatti.
Quando fanno il gesto del taglio della gola intendono letteralmente. A ebrei, cristiani, a tutti gli occidentali.
E dopo la strage di Washington, la Francia è subito corsa ad alzare il livello di protezione per le sinagoghe.
Avignone è l’antica città sul Rodano racchiusa da mura medievali, dove i secoli aleggiano nell’aria. Nel XIV secolo, sette papi vissero in questo nido di intrighi e crisi politiche.
La chiesa di Avignone sotto protezione della polizia
Ma oggi pezzi di Avignone, nell’inchiesta da brivido di Paris Match, sono noti come “la città dei salafiti”.
“La maggior parte dei passanti si somiglia, velo nero per le donne, pantaloni larghi afgani per gli uomini” racconta Paris Match. “La maggior parte porta la barba del credente, lunga e talvolta tinta con l'henné, come ai tempi del Profeta. Sembra di tornare indietro di quattordici secoli. Si rispetta la segregazione dei sessi: parrucchieri per donne, inaccessibili agli uomini; bar pieni di uomini, inaccessibili alle donne. Servono caffè, tè, limonata... Tutto, tranne l'alcol. È una mini-repubblica islamica”.
René Girard
René Girard - il grande antropologo e studioso di Stanford scomparso dieci anni fa e che ci ha aperto gli occhi sul capro espiatorio e il desiderio mimetico - nacque proprio ad Avignone. Seguì le orme del padre all’École Nationale des Chartes, la grande scuola per la formazione di archivisti e bibliotecari. Poi arrivò la Seconda Guerra Mondiale, con i suoi orrori e le sue privazioni: “L’eclissi della cultura”, la definì Girard.
A Le Monde, Girard disse: “Ciò che mi colpisce della storia dell'Islam è la velocità della sua diffusione. È la conquista militare più straordinaria di tutti i tempi. I barbari si erano fusi nelle società che avevano conquistato, l’Islam è rimasto com’era e ha convertito le popolazioni di due terzi del Mediterraneo”.
In un container al porto di San Francisco, l’immensa biblioteca di Girard in questi giorni attende. Dalla sua morte tutti i suoi libri sono rimasti a Palo Alto, in California. Arriveranno presto in Francia, dove saranno conservati presso la biblioteca di Avignone, la sua città natale. Due anni dopo il trasferimento delle ceneri di Girard nella tomba di famiglia, l’operazione completerà il rimpatrio di un pensatore che ha vissuto tutta la sua vita oltreoceano.
Ma ad Avignone Girard troverà un’altra città, un’altra Europa e un’altra “eclissi della cultura”. E se non corriamo ai ripari, finiremo per essere travolti.
A Crema, una scuola elementare ha appena accolto l’Islam.
“Come ha fatto Maometto a ricordarsi tutto quanto gli ha detto l’arcangelo Gabriele e scriverlo sul Corano? Perché durante la preghiera si recita il Corano e cosa c’è scritto di importante? Quali sono i gesti che si compiono durante una preghiera?”.
Sono alcune delle domande che i bambini della scuola primaria di Santa Maria hanno posto a Hamid Tahiri, responsabile del Centro culturale islamico cremasco.
A Paderno Dugnano, comune di 50.000 abitanti in provincia di Milano, il tempio dei Testimoni di Geova intanto è stato comprato per farne una moschea.
Chiese minacciate, scuole islamizzate, templi convertiti, stragi nei musei ebraici: la cultura islamica non pensa come noi.
Nelle loro terre d'origine, qualcuno perde e qualcuno vince. Quindi le gioie della “diversità” – più culture che coesistono fianco a fianco in un Eldorado progressista in cui i nostri giornalisti e parlamentari indossano la keffiah – sono solo una fase intermedia. Loro intendono vincere e hanno arruolato pezzi d’Occidente per farlo.
Come quelli di “Make Europe Anti-Fascist Again”, come dicevano giorni fa quelli della sinistra milanese radical chic. E quelli che minacciano le chiese, islamizzano le scuole, convertono i nostri templi e uccidono ebrei e cristiani a un museo ebraico, rispondono: “Make Europe Islamic Again”.
La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).
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