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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
23.05.2025 Il piano dell’Iran contro Israele
Analisi di Micol Flammini

Testata: Il Foglio
Data: 23 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Micol Flammini
Titolo: «Le ambasciate e i diplomatici israeliani sono un bersaglio. La lista e un piano dell’Iran»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 23/05/2025, a pag. 1/4, con il titolo "Le ambasciate e i diplomatici israeliani sono un bersaglio. La lista e un piano dell’Iran", l'analisi di Micol Flammini.

Micol Flammini
Micol Flammini
Le ambasciate e diplomatici israeliani sono un bersaglio | Il Foglio
Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim sono stati uccisi a Washington da Elias Rodriguez, in un contesto di crescente antisemitismo e attacchi contro sedi diplomatiche israeliane dopo il 7 ottobre 2023. Israele ha alzato l’allerta globale, con almeno undici attentati contro ambasciate registrati. L’Iran, secondo diverse intelligence, è coinvolto in azioni terroristiche tramite propaganda e gruppi criminali locali, specie in Europa. L'Occidente deve prepararsi per difendersi da una nuova ondata di terrorismo

Roma. Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim sono stati uccisi mentre uscivano da un evento organizzato per giovani diplomatici al Capital Jewish Museum di Washington. Lischinsky lavorava per l’ufficio politico dell’ambasciataisraeliana negli Stati Uniti, dove aveva conosciuto Milgrim, di nazionalità americana. Elias Rodriguez, il trentenne sospettato di aver sparato alla coppia di ebrei, ha premuto ilgrilletto, poi si è fatto arrestare dalla polizia e, mentre veniva ammanettato, ha rivendicato il gesto, gridando “Free Palestine”, Palestina libera. I fatti vanno messi in fila e l’attentato che è costato la vita ai due ragazzi si inserisce in un contesto molto ampio in cui i crimini antisemiti sono in aumento come gli attentati contro le ambasciate di Israele in giro per il mondo.

Il 7 ottobre del 2023 Hamas ha attaccato i kibbutz del sud di Israele, ha ucciso più di mille persone e ne ha rapite circa duecentocinquanta – cinquantanove sono ancora nelle mani dei terroristi.

Dopo il massacro nei kibbutz, Israele non ha alzato l’allerta soltanto dentro ai suoi confini nazionali, ma ha invitato i suoi cittadini a muoversi con attenzione all’estero, ha chiesto alle ambasciate di aumentare la sicurezza e lo stesso hanno fatto le comunità ebraiche. Dall’invasione di Hamas ci sono stati almeno undici attacchi, tentati o riusciti, contro ambasciate di Israele, contro il loro personale o sedi di rappresentanza. Alcune ambasciate, come all’Aia o a Bucarest, sono state prese di mira con oggetti in fiamme o bombe molotov. In alcuni casi sono stati trovati ordigni vicino alle sedi diplomatiche. A Monaco un uomo ha sparato davanti al consolato israeliano nel giorno del cinquantaduesimo anniversario dell’attentato delle Olimpiadi di Monaco, quando un commando di palestinesi dell’organizzazione Settembre nero rapì e uccise undici atleti israeliani e un poliziotto tedesco. A Londra, il mese scorso, un uomo armato ha cercato di fare irruzione nell’ambasciata d’Israele. Il corpo diplomatico è un bersaglio e colpire le sedi di rappresentanza è una pratica molto usata dal terrorismo. In almeno un caso, tra gli attentati registrati contro le ambasciate e il loro personale, i servizi di sicurezza hanno rintracciato una pista che portava dritta alla Repubblica islamica dell’Iran.

Già a maggio dello scorso anno, il Mossad aveva detto che Teheran stava organizzando attentati contro le sedi diplomatiche israeliane. Le informazioni dell’intelligence di Israele erano state confermate dal servizio di sicurezzasvedese Säpo, che aveva convocato una conferenza stampa per annunciare che da diversi anni l’Iran svolge in Svezia “attività che minacciano la sicurezza”. Dal 7 ottobre del 2023 a Stoccolma ci sono stati tre attacchi contro l’ambasciata di Israele, il primo nel gennaio del 2024, quando era stato identificato “un oggetto pericoloso”all’esterno dell’edificio; il secondo il primo ottobre dello stesso anno, quando due uomini hanno aperto il fuoco davanti all’ambasciata israeliana e sono stati fermati dalla polizia. Il giorno seguente, a Copenaghen, due granate 

sono state fatte esplodere vicino all’ambasciata di Israele in Danimarca e, secondo i servizi di sicurezza svedesi, l’episodio è collegato con l’attacco di Stoccolma. Il modo di agire dell’Iran, secondo le ricostruzioni dell’intelligence, fa leva su due fattori: la propaganda e la collaborazione con criminali locali. In Svezia, per il primo attentato contro l’ambasciata, è stata accusata l’organizzazione Foxtrot, guidata da Rawa Majid, conosciuto come la Volpe curda, arruolato dal regime dopo aver cercato rifugio in Iran. Dietro a un altro tentativo di attacco a Stoccolma, sempre contro l’ambasciata di Israele, ci sarebbe invece un altro gruppo criminale chiamato Rumba, sotto osservazione per i finanziamenti ricevuti dall’Iran.

Non esiste nessuna prova che Elias Rodriguez sia associato alla Repubblica islamica, secondo i media americani aveva anche lasciato una sorta di manifesto per rendere conto delle sue azioni e salutare i parenti. L’omicidio però si inserisce in un contesto in cui gli attacchi a diplomatici e ambasciate sono uno schema. Il metodo iraniano di cercare alleati in giro per il mondo non vale soltanto per il medio oriente, dove Teheran ha costruito un asse che si definisce della resistenza, armando gruppi ostili a Israele, con la volontà di circondare lo stato ebraico da ogni lato. Gli alleati esistono anche fuori dal medio oriente e dopo la guerra nella Striscia di Gaza, il regime ha cercato di sfruttare il crescente antisemitismo per colpire ovunque israeliani ed ebrei, rendendo ogni paese una potenziale piattaforma di attacchi e terrorismo. I piani di Teheran si sommano con il movimento di violenza e odio, movente dell’uccisione di Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim.

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