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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
22.05.2025 Se siamo offesi dalla Venere dei Medici, siamo pronti per i Talebani
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 22 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Se siamo offesi dalla Venere dei Medici, siamo pronti per i Talebani»

Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Se siamo offesi dalla Venere dei Medici, siamo pronti per i Talebani". 


Giulio Meotti

Rimossa la famosa statua perché "sessista" e "offende la sensibilità dei migranti". I nostri politicamente corretti da mimosa e cuoricini sono i migliori alleati della sottomissione

Stiamo diventando come la tv di Teheran che ha oscurato le mammelle della lupa capitolina nel logo della Roma durante la partita di Champions con il Barcellona.

Via la statua della Venere. A Teheran? No, a Berlino.

La copia in bronzo della Venere dei Medici, proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, apparteneva al nazista Hermann Göring, fu affondata nel lago di fronte alla sua tenuta nel 1945 e recuperata nel 1990. L’originale si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze. L’opera d'arte è ora “offensiva” per gli standard woke: il Commissario per le Pari Opportunità ha deciso che la statua in bronzo andava rimossa da un ufficio federale di Berlino-Weißensee.

Purtroppo, l'ignoto artista che creò la Venere dei Medici nel I secolo a.C. non aveva ancora raggiunto il livello di wokismo dell'inizio del XXI secolo. In tal caso, avrebbe certamente raffigurato la dea dell'amore come una donna velata.

In risposta a un'indagine sulla scomparsa della statua, la Bild ha ricevuto la seguente risposta: “La responsabile per le pari opportunità ha segnalato che la statua della Venere dei Medici potrebbe essere percepita come sessista”.

Mi chiedo: che tipo di persone sono queste? La risposta è subito chiara: si tratta delle stesse persone che cadono in uno stato di trance quando le figlie all’asilo si prostrano verso Allah e si velano per Maometto.

Un branco di matti che ha fatto proprio lo slogan “sii libero e sottomettiti”. Ma con il sedere nelle sedie giuste e che contano.

Tra l’altro, la dea Afrodite è ritratta mentre tenta di coprire il seno e il pube, come se avesse appena capito di essere osservata da uno sguardo indiscreto. Altro che “sessismo”.

Ma il caso della Venere non è isolato a Berlino e dimostra che l’imperatore woke è nudo.

Due fotografie di nudo appese nel corridoio dell'ufficio di naturalizzazione del municipio di Köpenick sono state rimosse. Offendevano i migranti, secondo le autorità: “Molte persone con un passato da migrante si presentano al municipio (ad esempio per la naturalizzazione) e non vogliono che i loro sentimenti religiosi vengano offesi da foto di nudo”.

Chiaro?

La rimozione della Venere non è un episodio isolato, ma il sintomo di uno sviluppo più ampio: una purga moralmente in preda al panico, di sinistra e woke, che sta travolgendo secoli di cultura con spaventosa ipocrisia. I nostri “progressisti” sono i migliori alleati della sottomissione. O per dirla con la famosa linguista tedesca Luise Pusch, la “lingua degli uomini nasconde le donne meglio di un burqa”.

Sono come la ministra dell’Uguaglianza spagnola, Ana Redondo, che partecipa a “manifestazioni contro il sessismo” senza dire niente sugli stupri di Hamas.

Qualche mese fa, gli insegnanti della scuola media Jacques-Cartier di Issou, fuori Parigi, sono entrati in sciopero dopo le minacce di allievi musulmani. Durante una lezione, un insegnante ha mostrato agli alunni di prima media un dipinto del XVII secolo, Diana e Atteone di Giuseppe Cesari, che raffigura il passaggio delle Metamorfosi di Ovidio nel quale Atteone sorprende Diana e le sue ninfe senza vestiti mentre si lavano alla sorgente.

Una statua in marmo seminuda è stata coperta durante una conferenza sull'Islam in Italia. La statua di Epaminonda, il generale che combatté per la liberazione della città-stato di Tebe, è stata avvolta in un lenzuolo rosso per risparmiare la “sensibilità” dei delegati musulmani. Siamo teatro nel comune di Cairo Montenotte, in Liguria. "Ho coperto la statua, ma solo per poche ore", ha detto Chams Eddine Lahcen, capo della Federazione islamica della Liguria.

A Berlino, i nudi dell’artista Susanne Schueffel sono stati censurati in una scuola per “non offendere i musulmani”.

Una delle migliori gallerie d’arte inglesi ha coperto due dipinti dopo le lamentele dei musulmani secondo cui erano “blasfemi”. Esibite alla celebre Galleria Saatchi, le opere sovrapponevano scrittura araba a immagini nude e sono state pensate per rappresentare il conflitto tra l’Occidente e gli estremisti islamici. In Inghilterra oggi un quinto degli insegnanti si autocensura sull’Islam.

Al Macalester College, negli Stati Uniti, una artista iraniana si è vista coprire con delle tende nere le sue opere. Taravat Talepasand aveva realizzato una scultura che recita "Donna, vita, libertà" in inglese e farsi (lo slogan della rivolta delle donne iraniane), un uomo che decapita due donne, una satira dell’ayatollah Khomeini e donne che indossano il niqab mentre si tirano su le vesti.

L’artista iraniana Sadaf Ahmadi doveva esporre in Svezia le sue opere di corpi femminili con il chador. Ma ora sono “offensive” e così sono state censurate e vietate. Il responsabile della cultura di Expressen, Victor Malm, scrive: "Se i manager della cultura e gli altri burocrati che hanno potere sulla Svezia cominciano a ragionare, non avremo bisogno di leggi sulla blasfemia. I mullah hanno già ottenuto ciò che vogliono”.

Non è vero?

A Dresda è stata rimossa una scultura in bronzo di una donna nuda dalle vicinanze di un rifugio per richiedenti asilo. Die Sinnende (Il peccatore) è stata portata via prima che i primi migranti si trasferissero nella struttura. “Qui ospitiamo solo uomini provenienti dall’Afghanistan, dalla Siria e dal Venezuela” ha spiegato il sindaco di Dresda, Stephan Kühn (Verdi). La scultura in bronzo fu eretta nel 1976 dallo scultore Horst Brühmann.

Sono due degli artisti più amati di tutti i tempi: Edgar Degas e Vincent van Gogh. Ora, un museo dedicato a Van Gogh si chiede se sia "appropriato" esporre un quadro di Degas su una donna che fa il bagno e acquistato dal Museo Van Gogh di Amsterdam all'asta. Ma prima di acquisire la Bagnante, la nuova direttrice del museo, Emilie Gordenker, si è domandata "se i nudi femminili siano adatti alle persone di tutte le culture”.

A Londra, dove è sindaco l’islamista laburista Sadiq Khan, sono vietati i manifesti pubblicitari con le immagini di donne in bikini e i capolavori nudi di Egon Schiele, mentre va bene la pubblicità di “Allah è grande”.

A Parigi, la Ratp, l’azienda del trasporto pubblico, ha rifiutato una pubblicità per l’esibizione di “Les Prêtres”, una celebre band musicale cattolica, per raccogliere fondi a favore dei cristiani perseguitati. La frase “au profit des chrétiens d’Orient”, ovvero gli introiti sarebbero andati ai cristiani d’Oriente, doveva sparire e i cartelloni ristampati. Ma nella metro di Parigi si pubblicizza il film “Qu’Allah bénisse la France”.

E se pensiamo che riguardi “soltanto” la Venere nuda, ci sbagliamo di grosso: ci stiamo facendo andare bene le scuole che mettono al bando le minigonne per evitare noie da parte dei migranti, le ronde islamiche nelle strade, le violenze sessuali di massa la notte di Capodanno e gli attacchi nelle scuole a chi non “rispetta l’Islam”.

Quando capiremo che le culture non sono tutte uguali, non ne avremo più una.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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