Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ora per parlare serve il permesso di Serra & Co. Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 21 maggio 2025 Pagina: 1/14 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Per organizzare un dibattito ora è necessaria l’approvazione dei censori Serra e Gassmann»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 19/05/2025, a pag. 1/14, con il titolo "Per organizzare un dibattito ora è necessaria l’approvazione dei censori Serra e Gassmann", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Il sindaco leghista di Gallarate non doveva ospitare il Remigration Summit dei partiti di destra contro l'immigrazione e per i rimpatri. Lo dice Alessandro Gassmann e nella sua rubrica su La Repubblica Michele Serra gli dà man forte con un articolo assurdo in cui paragona l'incontro alla deportazione degli ebrei da parte dei nazisti. Tutto per negare una cosa: la libertà di espressione. Se non viene approvato da loro, non deve tenersi nessun evento.
Deve sicuramente trattarsi di un errore, di una svista, di un refuso, di inchiostro sfuggito dalla penna, anzi - in epoca telematica- di tasti battuti inconsapevolmente. Peggio ancora: di un atroce scherzo dell’intelligenza artificiale. Ma che dico, viriamo sul complottone: sarà stato un perfido hacker (neanche a dirlo: trumpista-muskista-fascista) che si è impossessato a tradimento delle password di Michele Serra, il tollerantissimo guru progressista, l’uomo dell’ascolto, dell’empatia, della comprensione profonda della società, e - per sfregiarne l’immagine - ha inviato a Repubblica (a firma Serra) un testo incredibile, censorio, insultante nei confronti di opinioni diverse. Direbbero i lettori di Rep in automatico: un testo “fascista”.
Sì, non c’è alcun dubbio: dev’essere assolutamente andata così. Non possiamo credere che Serra abbia effettivamente scritto quello che abbiamo letto ieri. Riassunto delle puntate precedenti: il sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, ha concesso l’uso di una sala, per l’esattezza del teatro comunale, a una conferenza internazionale sul tema della “remigrazione”. Per giorni, a sinistra, si è scatenata una canea preventiva, al punto che l’orario della manifestazione è stato anticipato per evitare disordini, e tutta l’area (per garantire l’incolumità dei convegnisti) è stata ampiamente presidiata dalle forze dell’ordine.
E che hanno detto i partecipanti?
Hanno chiesto rimpatri ed espulsioni, maggiore severità contro l’immigrazione irregolare e contro gli stranieri che commettono reati. Magari altre idee dei conferenzieri (le ignoriamo) saranno pure spiacevoli o sgradevoli per qualcuno, ma, da quanto anche Libero vi ha raccontato nel weekend, in questa occasione si è trattato di un normalissimo convegno sulla sicurezza, su chiare posizioni di destra.
Risultato? L’immancabile Gassmann junior ha preso a strillare pretendendo che sia ritirato il nome del padre dalla intitolazione del teatro. E già qui - povero figlio - nemmeno si è reso conto del contenuto oggettivamente censorio della sua strillata. In altri termini, prima di poter parlare in quel luogo pubblico, bisognerebbe inviare testi e copioni ad Alessandro Gassmann per ottenere un’autorizzazione preventiva? Roba da ridere o da piangere, decidete voi.
Ma qui arriva Serra, un Serra lanciatissimo in corsia di sorpasso, che ieri su Rep non solo solidarizza con Gassmann, non solo bullizza il sindaco leghista, ma sparacchia due frasi allucinanti contro la ragionevolissima tesi del primo cittadino di Gallarate, che aveva parlato della conferenza come di un «contributo al dibattito». Apriti cielo, Serra si scatena e lascia a verbale quello che segue: «Fu un contributo al dibattito anche la notte dei cristalli?
Anche la deportazione degli ebrei?».
Non si tratta di un atroce scherzo di Libero, ma di ciò che il vate Serra ha effettivamente scritto. Un convegno che a lui (legittimamente) non piace su tesi che lui (legittimamente) non condivide a proposito di espulsioni e rimpatri viene- direttamente o indirettamente- accostato ai treni per i campi di concentramento o alle note violenze naziste.
Quindi: una parola come un’azione, una tesi rigida (condivisibile o meno) sull’immigrazione irregolare come un orrido rastrellamento, uno o più conferenzieri che espongono pacificamente le loro tesi (belle o meno che siano per Serra o per chiunque altro) come nazisti all’opera.
Tutto molto istruttivo. Ce ne ricorderemo la prossima volta che qualcuno negherà il fatto che in Europa esista un problema di libertà di espressione.
Ma quale problema? Basta avere l’approvazione preventiva di Serra & Gassmann. Altrimenti? Altrimenti il vostro convegno potete pure farlo, ma bollati come criminali.
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