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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
19.05.2025 Travaso di bile a sinistra
Commento di Pietro De Leo

Testata: Libero
Data: 19 maggio 2025
Pagina: 3
Autore: Pietro De Leo
Titolo: «Smentita l’opposizione che diceva «Italia isolata»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/05/2025, a pag. 3, con il titolo "Smentita l’opposizione che diceva «Italia isolata»" la cronaca di Pietro De Leo.

Pietro De Leo, autore presso nicolaporro.it
Pietro De Leo

Nonostante il vertice Usa-Ue organizzato da Giorgia Meloni a Roma, l'opposizione di sinistra (tutta, da Fratoianni a Renzi) continua a parlare di Italia "emarginata" dall'Europa.

A questo punto, val la pena rimettere indietro il nastro. Già, di fronte alla foto di Giorgia Meloni con Ursula von der Leyen e J.D Vance. Con le parole di quest’ultimo che riconosce alla presidente del Consiglio il ruolo di “ponte” tra Stati Uniti ed Europa. Istantanee che vanno collegate anche al sabato molto rilevante, da un lato il bilaterale con Merz, sempre della premier, dall’altro lato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che incontra a lungo, nella Capitale, il segretario di Stato americano Marco Rubio. Via al rewind, dunque, per capire dov’è stata la sinistra tutti questi giorni. Risposta: a battere il tasto di un’Italia che non conta, messa ai margini, isolata. A rispolverare quello schemino lì, sempre il solito, il “tanto peggio tanto meglio”. Qualcuno non molla. E' il caso di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, per esempio, che ancora ieri non arrendendosi all’evidenza scriveva: «Con Meloni l’Italia è fuori dalle discussioni importanti». Sabato, in un colloquio alla Stampa, sentenziava: «Con Meloni l’Italia non c’è: è stata retrocessa in Serie B». Venerdì, la capogruppo alla Camera del suo partito, Maria Elena Boschi, affondava sul nodo vertice dei “volenterosi” in Albania: «Nuova umiliazione per l’Italia», sottolineava. «Giorgia Meloni fa la spettatrice, fuori dal gruppo di testa sull’Ucraina. Mai l’Italia era stata così ai margini nel dibattito europeo e mondiale».
Ieri mattina, prima che l’incontro a tre dovesse svolgersi, l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti, oggi europarlamentare, intervistato da Repubblica si diceva sicuro: «L’Italia paga una prezzo enorme perché Meloni ha collocato il nostro Paese tra le destre nazionaliste che boicottano le iniziative europee».
Sempre in area Pd, Elly Schlein qualche giorno fa moraleggiava sulla foto del “treno per Kiev” in cui era assente la presidente del Consiglio (avrebbe comunque partecipato al telefono al vertice). «Meloni ha fatto male a non andare», sottolineava la leader dem. «In questi mesi la propaganda della destra ci raccontava quanto l’amicizia tra Meloni e Trump avrebbe reso l’Italia un Paese ponte», invece «l’Europa c’era, l’Italia no». E ieri da Fazio ha negato la realtà dicendo: «Altro che pontiera, Meloni ha perso il treno». In occasione, invece, della riunione dei volenterosi a Tirana, il capogruppo al Senato Francesco Boccia la metteva giù così: «L’Italia con il comportamento di Giorgia Meloni si isola ancora di più in Europa dimostrando la totale inaffidabilità del suo governo. Ancora una volta il nostro Paese, tra i fondatori dell’Unione Europea, viene umiliato grazie alle ambiguità di questa destra».
Ancora fra i dem, il deputato Piero De Luca affondava: «i$ ormai un dato di fatto, l’Italia è isolata in Europa. Il nostro Paese è ai margini delle più importanti dinamiche politiche internazionali e dell’Unione». Non mancavano, poi, gli strali di Avs. Ancora ieri, evidentemente non bastando la sostanza del vertice, il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli sottolineava: «i$ surreale vedere lo stato maggiore di Fratelli d’Italia applaudire per il presunto successo diplomatico di Giorgia Meloni. Su cosa, esattamente? Sembrano quei venditori di prodotti taroccati che cercano in tutti i modi di convincerti di aver fatto un buon affare. La realtà è che Meloni ha svenduto l’Italia a Trump, promettendogli l’acquisto di gas e armi, e regalandogli decine di miliardi di euro».
E dal Movimento 5 Stelle? Giuseppe Conte si è distinto per un certo agonismo nell’ultima settimana: «Meloni ha messo l’Italia in panchina. Senza voce, senza ruolo. Dopo il “fantasma” in parlamento, ecco il “fantasma” nei vertici internazionali: Giorgia Meloni», diceva lo scorso venerdì. E ancora, qualche giorno prima, attaccava: “Siamo fuori da tutto: dopo aver preso i baci in testa per inviare armi a oltranza, aver fallito la strategia e aver fatto pagare il prezzo ai cittadini, a partire dal caro bollette, siamo anche seduti in panchina, ai margini dei vertici».
Non sono mancati, poi, strali anche da un leader che, tutto sommato, si erta discostato in questi ultimi mesi dalla linea drammatizzante dell’opposizione: Carlo Calenda. «Non si può pretendere di essere trattati da grande Paese e comportarsi da Italietta».
E alla fine, nello spegnersi di questo rumore, rimane l’unico, costante dato: l’opposizione si ritrova solo nella contumelia, mai nella proposta.

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