Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'Occidente capirà mai la natura criminale di Hamas? Analisi di Stefano Scaletta
Testata: Informazione Corretta Data: 19 maggio 2025 Pagina: 1 Autore: Stefano Scaletta Titolo: «L'Occidente capirà mai la natura criminale di Hamas?»
L'Occidente capirà mai la natura criminale di Hamas? Analisi di Stefano Scaletta
Ucciso in un raid di IDF il fratello di Yahya Sinwar Mohammad, capo di Hamas, mentre si trovava con i suoi più importanti consiglieri militari in un tunnel sotto l'ospedale europeo a Gaza. Hamas sfrutta sistematicamente le strutture civili per farsi scudo della popolazione palestinese dal 2006. Israele ha tutto il diritto di colpire Hamas fino al momento in cui i tagliagole Jihadisti non si arrenderanno e libereranno i 58 rapiti israeliani
È notizia confermata ieri da fonti saudite che il capo di Hamas, Mohammad Sinwar, numero uno delle Brigate al-Qassam e fratello del massacratore del 7 ottobre Yayha Sinwar, e’ stato ucciso dalle forze di difesa israeliane mentre si trovava in un tunnel sotto un ospedale a Gaza. Con lui sono stati eliminati almeno altri dieci terroristi di alto profilo, riunitisi allo scopo di pianificare attacchi contro civili israeliani. Un’operazione legittima in base all’articolo 52, paragrafo 3, della Convenzione di Ginevra: “I beni di carattere civile perdono la protezione prevista qualora [...] contribuiscano efficacemente all’azione militare e la cui distruzione totale o parziale, cattura o neutralizzazione, offra in quel momento un vantaggio militare concreto.” In poche parole: se un ospedale viene usato a scopo terroristico perde la protezione umanitaria e diventa un obiettivo legale e la responsabilità di vittime collaterali ricade su chi fa un uso improprio della struttura civile e non su chi la distrugge o la danneggia a scopo difensivo, nell’ambito di un conflitto armato. Dato l’alto profilo degli obiettivi colpiti in questa precisa circostanza - ossia il capo in carica di Hamas e i suoi luogotenenti tagliagole più alti in grado - l’operazione di Israele risulta pienamente legittima sotto il profilo del diritto umanitario internazionale e rientra nel concetto di proporzionalità con il quale si valutano le azioni di guerra dal punto di vista giuridico.
Cosa ci faceva un gruppo di terroristi in un tunnel proprio sotto una struttura civile? Quello che fanno i terroristi a Gaza dal 2006: sfruttavano i civili palestinesi come scudi umani sapendo bene che Israele non intende colpire simili strutture per evitare vittime collaterali. La gran parte della stampa italiana, come al solito, ha completamente mistificato i fatti per far apparire Israele in torto. La Stampa, La Repubblica e Il Corriere della Sera, quotidiani in testa per copie vendute, non sottolineano abbastanza il fatto grave che il capo di Hamas si trovasse sotto un ospedale, espediente utilizzato sistematicamente dai terroristi per sfuggire alle azioni di IDF. Si guardano bene i tanti giornalisti fedeli alla linea editoriale severa contro Israele dall’offrire una puntuale descrizione dello scopo militare del tunnel in questione. Occorre dunque ribadire verità incontrovertibili trascurate volutamente (e colpevolmente) da molta stampa pro-Palestina: i tunnel a Gaza hanno uno scopo terroristico, non sono utilizzati per proteggere la popolazione civile. Nella striscia erano presenti al 7 ottobre circa 500km di tunnel costruiti in oltre 18 anni dai terroristi, i quali hanno speso miliardi di dollari per costruire una rete di cunicoli e bunker di cemento armato utili alla pianificazione di attacchi contro gli israeliani, donne, uomini, bambini, vecchi, sfruttando al contempo la popolazione locale come scudo e contravvenendo alle più elementari norme di qualunque trattato di diritto internazionale. I tunnel si estendono lungo tutta la superficie della Striscia di Gaza.
Ogni ospedale a Gaza dispone di una rete di tunnel sotterranei agganciata direttamente ai locali che dovrebbero essere adibiti al trattamento sanitario ma che vengono usati dai terroristi come base militare e magazzino per armi e munizioni. Tunnel di questo tipo sono stati scoperti sotto l’ospedale Nasser di Kahn Younis, l’ospedale turco e l’ospedale Al-Shifa a Gaza, solo per citare le infrastrutture di cui sono disponibili mappe dettagliate e la cui estensione rappresenta un elemento strategico offensivo di altissimo livello. Le abitazioni dei gazawi sono anch’esse collegate al sistema di tunnel di Hamas attraverso passaggi e punti di accesso multipli. Anche scuole, la sede centrale di UNRWA e le moschee di Gaza fanno parte di questo labirinto terroristico. Edan Alexander, l’ostaggio israelo-americano appena rilasciato dai terroristi, ha fornito una testimonianza sulle condizioni disumane in cui Hamas lo ha costretto nei tunnel per oltre 580 giorni, senza luce, senza cibo, sottoposto a terribili torture. Invece di spendere i soldi ricevuti per costruire scuole, ospedali, strade o per garantire servizi migliori alla popolazione come qualunque Stato civile e responsabile, i palestinesi di Gaza hanno preferito spendere soldi non loro per finanziare il terrorismo e costruire una formidabile infrastruttura di morte nascosta sotto ospedali e strutture civili. La presenza dei tunnel a Gaza, una rete più grande della metropolitana di New York, e il fatto che il capo di Hamas si trovasse nel tunnel dell’ospedale assieme al suo cerchio di consiglieri militari più importanti, rappresenta una prova concreta e tangibile del progetto criminale di lungo periodo di una società intera (o per lo meno di una sua larghissima parte), governata dai terroristi per quasi vent’anni, obbligata al martirio, votata al progetto omicida e suicida di arrivare alla distruzione totale di Israele.