Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Pro-pal all’attacco della cantante israeliana Cronaca di Matteo Legnani
Testata: Libero Data: 18 maggio 2025 Pagina: 4 Autore: Matteo Legnani Titolo: «Pro-pal all’attacco della cantante israeliana»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/05/2025, a pag. 4, con il titolo "Pro-pal all’attacco della cantante israeliana" la cronaca di Matteo Legnani.
All'Eurovision Song Contest di Basilea, pro-Pal scatenati contro la cantante Yuval Raphael, una sopravvissuta al massacro del 7 Ottobre. Sfuggita ai terroristi di Hamas, ha trovati i fans dei terroristi in Europa.
Scontri fra manifestanti e polizia, tentativi di assaltare il palco dei cantanti, polemiche politiche. L’Eurovision Song Contest, di cui ieri è andata in onda la finale, è ormai un problema di ordine pubblico. Durante l’esibizione della cantante israeliana Yuval Raphael alcuni manifestanti hanno tentato per ben due volte di attaccare il palco. Gli aggressori sono stati bloccati dagli addetti alla sicurezza.
Nessuno degli incidenti è stato trasmesso in diretta TV e non è chiaro se la stessa Raphael ne fosse a conoscenza, scrive il Times of Israel che riporta una dichiarazione dell’emittente pubblica Kan, che organizza la partecipazione di Israele al concorso, secondo cui «non affronteremo questioni di sicurezza durante l’evento.
Siamo molto orgogliosi della perfetta performance di Yuval Raphael sul palco». Nel video di Raphael, ripreso subito dopo la sua esibizione, la cantante appare raggiante mentre abbraccia il resto della delegazione, aggiunge il giornale israeliano.
In precedenza si erano registrati scontri fra gli attivisti pro-Palestina e le forze dell’ordine svizzere. I manifestanti, che si oppongono alla partecipazione di Israele al concorso, si sono scontrati con la polizia antisommossa nel centro della città poco prima che Yuval Raphael salisse sul palco della St. Jakobshalle, dall’altra parte della città. Ci sono stati scambi di colpi e la polizia ha usato gas lacrimogeni e un cannone ad acqua mentre cercava di impedire ai manifestanti di marciare nel centro della città della Svizzera settentrionale, affollata di fan dell’Eurovision.
Non è mancato il tocco spagnolo: il Paese del premier socialista Pedro Sanchez, in prima linea contro Israele, si è segnalato per l’ennesima volta per una iniziativa contro lo Stato ebraico. Poco prima dell’inizio della finale dell’Eurovision, l’emittente televisiva spagnola Rtve ha trasmesso un messaggio a sostegno della Palestina: «Di fronte ai diritti umani, il silenzio non è un’opzione. Pace e giustizia per la Palestina», si leggeva in un breve testo bianco su sfondo nero. Il messaggio è apparso dopo che gli organizzatori dell’Eurovision avevano avvertito Rtve di possibili sanzioni in caso di ulteriori commenti politici da parte dei presentatori spagnoli.
Se in Svizzera ci si pesta per gli israeliani in Libia ci si spara (anche) per i palestinesi. L’amministrazione Trump è al lavoro per ricollocare in Libia fino a un milione di palestinesi che oggi si trovano nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito a Nbc News alcune fonti del Dipartimento di Stato americano. Il piano sarebbe in uno stadio di avanzamento tale da essere stato discusso con i leader delle due fazioni che oggi governano la Libia, quella di Abdul Hamid Dbeibah a ovest e quella di Khalifa Haftar nella parte est del Paese.
La contropartita che Washington sarebbe pronta a elargire ai libici starebbe nello sblocco dei fondi statunitensi congelati più di dieci anni fa quando, dopo l’uccisione di Muhammar Gheddafi, la guerra civile divampò tra le fazioni che tuttora si contendono il predominio sul Paese. Secondo le fonti della Nbc, il governo israeliano sarebbe stato informato dagli Usa in merito alle discussioni in corso con la leadership libica. La scelta della Libia arriva dopo che nelle ultime settimane l’amministrazione Usa aveva cercato di deportare per via aerea alcune centinaia di immigrati clandestini, ma il trasferimento è stato bloccato da un giudice federale.
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