Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Fantasmi, kefiah e urla la sinistra fa lo show Cronaca di Elisa Calessi
Testata: Libero Data: 15 maggio 2025 Pagina: 5 Autore: Elisa Calessi Titolo: «Fantasmi, kefiah e urla La sinistra fa lo show»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/05/2025, a pag. 5 con il titolo "Fantasmi, kefiah e urla La sinistra fa lo show", la cronaca di Elisa Calessi.
Elisa Calessi
Sceneggiate parlamentari a sinistra. Riccardo Magi (+Europa) si veste da fantasma perché dice che non si parla abbastanza dei referendum dell'8-9 giugno, soprattutto quello promosso da +Europa per la cittadinanza rapida. E Conte chiede un minuto di silenzio per lo "sterminio" a Gaza.
Riccardo Magi si veste da fantasma, Marco Grimaldi indossala kefiah, Giuseppe Conte si alza in piedi per Gaza e chiede a tutti di farlo (ma lo seguono, dopo qualche esitazione, solo Pd e Avs). Al confronto sono campionesse di galateo Elly Schlein che, sia pure con tutta la voce che ha, grida alla «tassa Meloni» o Maria Elena Boschi che parla di «Meloniland». Sono solo alcuni fotogrammi del premier-time che si è svolto ieri alla Camera dei deputati, ormai diventato occasione di ribalta più per i leader delle opposizioni che perla premier. O almeno per entrambi.
Senza dubbio a guadagnarsi la scena, su tutti, è stato il segretario di +Europa, Riccardo Magi che, con una trovata degna di Marco Pannella, a un certo punto è spuntato in Aula vestito da fantasma, un lenzuolo a coprirlo interamente, in segno di protesta di fronte al silenzio mediatico e politico (l’invito all’astensione da parte della maggioranza) sui referendum che si svolgeranno l’8 e 9 giugno. «Avrei voluto chiedere alla premier», ha spiegaro più tardi sui social, «di garantire ai cittadini l’informazione sui referendum e magari invitarli ad andare al voto l’8 e 9 giugno. E le avremmo ricordato di quando lei accusava i governi in carica di silenziare i referendum e svilire la partecipazione popolare: avveniva solo pochi anni fa, nel 2016 e nel 2022. Questo il Question Time che avremmo voluto fare come +Europa, ma il presidente della Camera Fontana ce lo ha impedito, dando un’interpretazione molto rigida del regolamento che persino il presidente La Russa al Senato ha derogato».
La protestava in scena mentre a parlare è il capogruppo della Lega Riccardo Molinari che reagisce con un certo stupore, non riuscendo a capire lì per lì di che si tratta. Il presidente della Camera, Fontana, chiede ai commessi di intervenire (il regolamento vieta manifestazioni di questo tipo) e fa espellere Magi. Lui, da buon gandhiano, fa resistenza passiva, rimanendo al suo posto. I commessi lo portano via a peso. «Si ricorda, presidente Meloni», urla intanto, rivolto alla premier, mentre viene portato via, «quando accusava i governi di silenziare i referendum, di sfavorire la partecipazione. Se lo ricorda? Era il 2016 e 2022». La premier sorride, tira fuori il telefono e prova a immortalare la scena. Il centrodestra, più tardi, ironizza osi indigna.
Ma non è l’unico. Anche Matteo Renzi parla di «pagliacciata».
Di fronte a questa protesta, che si guadagna il titolo della giornata, passa senza dubbio in secondo piano la kefiah che Grimaldi, deputato di Avs, decide di indossare in Aula, in onore alla domanda che rivolge alla presidente del Consiglio sulla situazione a Gaza.
Ma subito dopo Magi, sia pure molto distanziato, è Conte ad attirare l’attenzione generale. Dopo aver tacciato Meloni di «reazioni fanciullesche» (la premier lo aveva accusato di aver scoperto una improvvisa «passione antimilitarista», dopo aver aumentato, da premier, le spese militari), dopo aver difeso i 209 miliardi portati in Italia (il Pnrr), il Superbonus eccetera, il presidente del M5S, in chiusura del suo intervento, rivolge un appello «a tutti i colleghi» perché, «in segno di umanità» nei confronti dello «sterminio» in corso a Gaza, si alzino per un minuto di silenzio. Lo fanno i deputati del M5s e, dopo una breve esitazione, raccolgono l’appello anche quelli del Pd e di Avs. Gli altri restano al loro posto mentre arriva un grido: «Sciacallo!». «Rimane seduta, presidente...», rimarca Conte. Seduta come anche il gruppo di Italia Viva e Azione, oltre a tutto il centrodestra. Fuori dall’Aula, un deputato renziano chiosa: «Non ci alziamo mica perché ce lo dice Conte».
Poi tocca a Schlein. Ed è compito arduo, dopo tutto questo, riprendersi le luci delle ribalta. Elly ci prova battendo sul solito tasto: sanità. «Io non so da quanto tempo non va in un ospedale. Quando era al governo l’avete messo voi un tetto alle assunzioni negli ospedali. La gente non si riesce a curare, si vergogni!», urla. «Volete una sanità a misura del portafogli delle persone» e questa è una «vera e propria tassa Meloni, curarsi è diventato un lusso». «Per lei se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro» ma «dopo tre anni non ci sono scuse». Poco prima era toccato a Boschi, che aveva accusato la premier di «raccontare un’Italia da favola», ma «al di fuori del magico mondo di Meloniland le cose vanno peggio».
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