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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Libero Rassegna Stampa
03.05.2025 Perché è folle dichiarare AfD pericoloso
Commento di Giovanni Sallusti

Testata: Libero
Data: 03 maggio 2025
Pagina: 1
Autore: Giovanni Sallusti
Titolo: «Perché è folle dichiarare AfD «pericoloso»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/05/2025, a pag. 1 con il titolo "Perché è folle dichiarare AfD «pericoloso»" il commento di Giovanni Sallusti.

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Giovanni Sallusti

L'AfD di Alice Weidel è stata etichettata dai servizi segreti tedeschi come "organizzazione estremista" e dunque un "pericolo per la democrazia". Uno sgambetto politico che si rivelerà un boomerang, perché già ora i sondaggi indicano che AfD sta diventando il primo partito. 

Qualcuno dovrebbe chiedere scusa a JD Vance. Ricordate l’affondo del vicepresidente americano a Monaco sull’«allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali?». Proprio dalla Germania arriva un (altro) indizio pesante sulla febbre che attanaglia la democrazia nel Continente in cui è stata escogitata. L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (che rientra nel “controspionaggio interno”) ha ufficialmente classificato il partito di Afd come appartenente all’«estrema destra».
Non è una disputa di teoria politologica, ma un marchingegno vagamente distopico che rischia di innescare ricadute assai pratiche: mentre prima Afd era soltanto sospettato di «estremismo» (che poi richiederebbe una definizione condivisa, altrimenti il sospetto è che equivalga a tutto ciò che turba lo status quo delle Grandi Coalizioni), ora vi è la “certezza”. Conclusione: «La concezione prevalente del partito è incompatibile con l’ordinamento fondamentale di una libera democrazia». Focalizziamo: i servizi segreti di un Paese europeo mettono un partito di quello stesso Paese fuori dal consesso democratico.
Non un partito qualsiasi peraltro, ma quello che oggi tutti i sondaggi collocano come primo nel gradimento degli elettori tedeschi.
Con sullo sfondo lo spettro della messa al bando, appoggiandosi come leva all’articolo 21 della Costituzione: «Sono incostituzionali i partiti che cercano di indebolire o abolire l’ordine fondamentale democratico libero» (non a caso, è la formula ricalcata quasi identica contro Afd). Il tentativo è espellere dall’agone un partito ultraconservatore e identitario, ma non neonazista, ed è dura non chiamarlo liberticida. Non ha ritrosie a farlo il Segretario di Stato americano Marco Rubio, che in serata posta su X: «Questa non è democrazia, è tirannia mascherata». Senz’altro, siamo al culmine di un percorso ossessivo-vessatorio che, appunto, ha soltanto fatto gli interessi del partito di Alice Weidel. L’ultima campagna elettorale è stata sostanzialmente una rincorsa collettiva ad assicurare: mai accordi con Afd.
Risultato: al voto federale del febbraio scorso il partito ha superato il 20%, raddoppiando i consensi. Nonostante l’oggettivo exploit, e il parallelo tracollo socialdemocratico, il sistema si è involuto nella coazione a ripetere del “cordone sanitario”: ennesima Grande Coalizione, i barbari fuori, e liberi di incassare l’ulteriore, ovvio scontento per uno schema che più logoro non si può.
Rilevazione del 23 marzo: Afd sale al 22,5%. Il sistema non fa un plissé, continua con le manovre di sottocoperta. Fino al 6 aprile, diffusione di nuovi sondaggi: la destra raggiunge la Cdu, entrambe al 24%.
Ma è questione di giorni: il 9 aprile Afd stacca il partito di Merz, è prima da sola al 25%. Che diventa 26% con l’ultimo dato disponibile, una settimana fa.
Non c’è bisogno di avere l’acume di un novello Kissinger per concludere: la marginalizzazione (e ormai criminalizzazione esplicita) di Afd è il principale carburante della sua ascesa. Nonché fallace nel merito: per quanto portatore di una storia non priva di ambiguità, oggi il partito della Weidel (omosessuale dichiarata, en passant) con la sua opposizione radicale a ogni tentativo di islamizzazione della società rappresenta fattualmente un argine a favore degli ebrei tedeschi.
Ma questa è realtà, non bisogna turbare il romanzone demonizzante (ora anche spy story). Che a breve, ci concediamo la più comoda delle profezie, significherà Afd oltre il 30%.

 

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