Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Foiba di Basovizza: la sinistra straparla Cronaca di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 09 febbraio 2025 Pagina: 10 Autore: Massimo Sanvito Titolo: «Oltraggio anti-italiano alla Foiba di Basovizza «Trieste è solo nostra» E la sinistra straparla»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/02/2025, a pag. 10, con il titolo "Oltraggio anti-italiano alla Foiba di Basovizza «Trieste è solo nostra» E la sinistra straparla", la cronaca di Massimo Sanvito.
Foiba di Basovizza vandalizzata. Scritte di odio contro gli italiani e "Trieste è nostra" proprio alla vigilia del giorno del Ricordo delle vittime delle foibe. Di fronte a questo oltraggio, la sinistra italiana straparla: approfitta dell'occasione per attaccare ancora Giorgia Meloni. E per l'Anpi- vergogna!- le Foibe sono sempre colpa del fascismo.
L’odio rosso trasuda dall’asfalto, appena prima che quest’ultimo lasci il passo al vialetto di ghiaia che porta alla Foiba di Basovizza, il pozzo minerario che nel maggio del ’45 fu trasformato dai partigiani jugoslavi comunisti di Tito in luogo prediletto per giustiziare civili, poliziotti, militari e prigionieri colpevoli di essere italiani. “Trst je nas” (“Trieste è nostra”). “Smrt fasizmu sloboda narodom” (“Morte al fascismo, libertà al popolo”). “È un pozzo”. Pennellate d’infamia laddove duemila uomini, donne e bambini finirono inghiottiti dalle viscere della terra, un volo lungo duecento metri in quella cavità naturale con le mani legate da un filo di ferro, dopo una sventagliata di mitra.
Sevizie, sangue e morte a guerra finita. E poi l’oblio: una pagina buia della nostra Storia strappata dai libri di testo con la complicità dei post-comunisti.
Alla vigilia del Giorno del Ricordo (domani le celebrazioni) i nemici della libertà e gli odiatori seriali della verità sono tornati a colpire. Un blitz notturno, su cui indaga la digos di Trieste, prontamente cancellato dal sindaco Roberto Dipiazza, armato di rullo e pittura bianca e affiancato dagli operai del Comune per coprire le scritte («Sono 20 anni che lavoro per la pacificazione. Dopo, vedere queste cose mi fa pensare che la mamma dei cretini è sempre incinta», spiega).
La vernice, però, non basta a eliminare i rigurgiti nostalgici anti-italiani prontamente rinfocolati - in avvicinamento a ogni 10 febbraio - da sedicenti storici riduzionisti del dramma dell’esodo e della tragedia delle foibe. È un turbinio di reazioni indignate quello che anima governo e centrodestra al completo. A partire dal premier, Giorgia Meloni: «La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito». Le fanno eco i presidenti delle due Camere. Ignazio La Russa (Senato) spiega che il «vile sfregio alla Foiba di Basovizza è un’offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità alla quale rivolgiamo un forte abbraccio», mentre Lorenzo Fontana (Camera) parla di «atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese». Matteo Salvini, leader leghista nonché vicepremier, esprime «affettuosa solidarietà a tutti coloro che portano ancora il peso di questa tragedia, dimenticata e nascosta per troppi anni» e l’omologo Antonio Tajani sottolinea che «oltraggiare la memoria significa continuare a perseguitare chi è stato brutalmente ucciso, solo perché era italiano». Secondo il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, «le istituzioni devono alzare una barriera di dignità, ricordando quella verità storica sui drammi che i popoli di queste terre hanno vissuto».
Anche le associazioni di esuli non ci stanno. Il Comitato 10 Febbraio parla di «jugonostalgici» e di atti «di vera e propria criminalità», mentre il rammarico dell’Associazione nazionale dalmata è che sul tema del ricordo «ci sono delle lacune storiche importanti».
E la sinistra? Se appena un paio di esponenti del Pd, il deputato Gianni Cuperlo e il senatore Walter Verini, condanna la vergogna di Basovizza, qualcuno - il capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, vicinissima alla segretaria Elly Schlein - riesce addirittura a sfruttare l’occasione per attaccare Giorgia Meloni: «Il Paese è in serie difficoltà ma lei preferisce parlare di foibe. Parole di condanna giustissime ma governare non è gestire ricorrenze». Peggio, forse, riesce a fare solo l’Anpi di Trieste, la stessa che addossa al fascismo le responsabilità della pulizia etnica degli italiani nel Dopoguerra tra Istria, Fiume e Dalmazia.
«L’effetto reale della stolta esibizione grafica si ripercuote negativamente sia sulla comunità slovena che sugli antifascisti tutti. L’Anpi rimane impegnata perché il giorno del ricordo sia momento di approfondimento e non occasione di rivendicazioni nazionalistiche».
Domani Palazzo Chigi sarà illuminato col Tricolore. Due parole a caratteri cubitali sulla facciata: “Io ricordo”.
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