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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
07.02.2025 Londra: Starmer vuole più nucleare
Cronaca di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 07 febbraio 2025
Pagina: 13
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Toh, il rosso Starmer adesso vuole più trivellazioni e più nucleare»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 07/02/2025, a pagina 13, con il titolo "Toh, il rosso Starmer adesso vuole più trivellazioni e più nucleare", la cronaca di Mauro Zanon 

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Più centrali nucleari e anche più estrazioni petrolifere. Keir Starmer cambia musica, un mese dopo che Trump ha annunciato la svolta Usa fuori dalle energie verdi.

Lo scorso 4 gennaio, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva invitato Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito, ad aprire il Mare del Nord britannico al petrolio e al gas e a sbarazzarsi delle turbine eoliche. «Il Regno Unito sta commettendo un grave errore. Aprite il Mare del Nord. Sbarazzatevi dei mulini a vento!», aveva tuonato Trump su Truth social, postando un articolo sul recente annuncio della società texana Apache di voler uscire dal Mare del Nord britannico.
È passato un mese da quella presa di posizione e a Londra è già arrivata la svolta “trumpiana”. Ieri, Starmer ha infatti annunciato il suo sostegno allo sviluppo dei giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord, dopo che la scorsa settimana la Court of Session, la corte civile suprema scozzese, aveva revocato le licenze per i giacimenti di idrocarburi Rosebank e Jackdaw, entrambi in Scozia. Nel dettaglio, la Court of Session aveva accolto le proteste di Uplift e Greenpeace, all’origine della battaglia legale, sottolineando che il governo Uk non ha preso in considerazione l’impatto dei giacimenti sul clima, trascurando le emissioni dovute alla combustione di petrolio e gas. Ma nonostante la revoca dei permessi decisa dai giudici scozzesi, l’ultima parola spettava al governo Labour: che ha deciso di schierarsi con le compagni petrolifere e di non interferire con le licenze già concesse. «Sarò franco, il petrolio e il gas fanno parte del mix futuro per i decenni a venire», ha dichiarato ieri il premier laburista a Sky News, provocando l’indignazione degli ambientalisti. L’amministratore delegato di Equinor, Anders Opedal, ha affermato a sua volta di aspettarsi che il governo continui a sostenere il progetto, in linea con la promessa del Labour di consentire lo sviluppo dei giacimenti esistenti, pur impedendo nuove esplorazioni.
Jackdaw è un giacimento di gas naturale nel mare del Nord, a est di Aberdeen, gestito dal colosso anglo-olandese Shell, che ha ricevuto il placet dell’esecutivo britannico nell’estate del 2022, quando il premier era il conservatore Boris Johnson. Rosebank fa invece capo alla società norvegese Equinor, si trova a nord delle isole Sheltand e, con i suoi 300-500 milioni di barili di petrolio stimati, è il più ricco giacimento britannico di idrocarburi non ancora sfruttato. Ad approvare il progetto è stato il successore di Johnson, Rishi Sunak.
Il governo Starmer starebbe inoltre preparando una revisione delle regole urbanistiche per semplificare la costruzione di piccole centrali nucleari, con l’obiettivo di raggiungere obiettivi di energia sostenibile e di rilanciare l’industria. Il premier laburista ha già annunciato la creazione di un Consiglio energetico per esplorare soluzioni innovative, inclusi i reattori modulari piccoli (Smr), in un sistema più efficiente e sostenibile. I piani prevedono l’aggiornamento della politica nazionale sull’energia nucleare, consentendo alle aziende di costruire Smr in gran parte del Paese, al di fuori delle zone urbanizzate, con approvazioni accelerate. Si esamina anche una semplificazione del processo di approvazione della sicurezza per ridurre i ritardi nella costruzione.
Il cambiamento mira a superare le limitazioni attuali, che permettono solo al governo di designare i siti per le centrali nucleari.

 

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