Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nel mondo reale le guardie inseguono i ladri Editoriale di Mario Sechi
Testata: Libero Data: 18 gennaio 2025 Pagina: 1 Autore: Mario Sechi Titolo: «Nel mondo reale le guardie inseguono i ladri»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/01/2025, a pag. 1 con il titolo "Nel mondo reale le guardie inseguono i ladri" l'editoriale di Mario Sechi.
Mario Sechi
Nuovi video e nuove prove smontano il caso che ha fatto scoppiare la banlieue islamica milanese. Non c'è stata alcuna violazione delle regole per l'inseguimento da parte dei Carabinieri e dopo l'incidente hanno cercato di rianimare Ramy, oltre a salvare il suo compagno di scooter. La sinistra soffia sul fuoco della ribellione, ignorando i dati di realtà. E la città è nelle mani del branco islamico con il sindaco che tace!
Quando sul caso Ramy cominciarono a circolare le prime tesi colpevoliste contro i Carabinieri, l’impegno di Libero fu quello di avvisare i naviganti: strumentalizzare un’indagine privilegiando una versione avrebbe intorbidito le acque della verità e avvelenato i pozzi dell’opinione pubblica.
Cosa regolarmente successa, con un’escalation rapida e manifestazioni violente che si moltiplicano. I professionisti dello sfascio sono all’opera, cercano il morto, “l’incidente” perfetto per innescare il caos. Con il passare dei giorni il quadro non è più così cristallino come lo presentava il Tribunale dell’Inquisizione, una serie di video e testimonianze mostrano gli agenti fare il loro dovere, ieri «fonti della Procura» citate dalle agenzie di stampa hanno spazzato via la tesi che lo stesso inseguimento fosse contro la legge, non c’è stata «alcuna violazione di regole, protocolli o norme penali nelle modalità dell’inseguimento». Sembra una precisazione formale, ma in realtà si tratta di un passaggio che in questa storia ha un peso enorme, perché fa cadere un pezzo dello scenario cospiratorio che è stato costruito, il circo sinistro messo in piedi, vacilla. Se non ti fermi all’alt degli agenti, scatta l’inseguimento e non solo «l’annotazione della targa», come ho sentito dire in tv da una serie di guitti da talk show, interessati non alla ricerca della verità, ma alla condanna dei carabinieri, trattati come presunti colpevoli. L’inchiesta farà il suo corso, vedremo l’esito, ma un punto è chiaro: nel mondo reale, le guardie non sono colpevoli perché hanno inseguito i ladri.
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