Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Vittime ebree, Hamas mostra video Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 05 gennaio 2025 Pagina: 7 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Hamas mostra video di una soldatessa. Viva dopo 450 giorni»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 05/01/2025, a pagina 7, con il titolo "Hamas mostra video di una soldatessa. Viva dopo 450 giorni", la cronaca di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Liri Albag, soldatessa rapita a Nahal Oz il 7 ottobre, è ancora viva dopo 450 giorni di prigionia e torture di Hamas. Il gruppo terrorista ha pubblicato il video, come forma di pressione psicologica sugli israeliani.
Ieri Hamas ha pubblicato un video di tre e minuti e mezzo che mostra l’ostaggio Liri Albag, soldatessa di sorveglianza di stanza alla postazione di Nahal Oz che fu rapita insieme ad altre sei persone il 7 ottobre 2023, giorno dei massacri del movimento islamista palestinese nello Stato ebraico.
Il video non è datato, ma la giovane, che non riesce a controllare il tremopre del corpo, afferma di essere detenuta da oltre 450 giorni. «Ho solo 19 anni e tutta la vita davanti a me, ma la mia vita ora è stata messa in pausa», dice Liri Albag nel filmato. Del gruppo di cui faceva parte al momento del rapimento, una è stata salvata, un’altra è stata recuperata morta dopo essere stata uccisa durante la prigionia, mentre le altre quattro, Karina Ariev, Agam Berger, Naama Levy e Daniella Gilboa, sono ancora nelle mani di Hamas. Ma se siano vive o morte non è noto.
«Il video di oggi ci ha spezzato il cuore. Questa non è la figlia e la sorella che conosciamo. Non sta bene, il suo grave disagio psicologico è evidente», ha dichiarato la famiglia di Liri Albag che, dopo un primo rifiuto, ha autorizzato i media alla diffusione del filmato.
«Abbiamo visto la nostra eroica Liri sopravvivere e implorare per la sua vita. Si trova a solo decine di chilometri da noi, eppure per 456 giorni non siamo stati in grado di riportarla a casa», hanno aggiunto i familiari, lanciando «un appello al primo ministro» israeliano Benyamin Netanyahu, «ai leader mondiali e a tutti coloro che prendono le decisioni: è tempo di prendere decisioni come se fossero lì i vostri figli!». Dopo la diffusione del video, una manifestazione di protesta è stata organizzata davanti alla abitazione di Netanyahu a Gerusalemme.
I dimostranti hanno accusato il premier di aver fatto naufragare i precedenti sforzi per raggiungere un accordo sugli ostaggi per salvare la sua coalizione, con i ministri di estrema destra che si sono opposti a un’intesa.
Ma in serata il ministro della Difesa Israel Katz ha confermato la ripresa dei negoziati indiretti con Hamas in Qatar per il rilascio degli ostaggi. Il ministro ha informato i genitori di Liri «degli sforzi in corso per liberare gli ostaggi, in particolare con la partenza ieri della delegazione israeliana per i colloqui in Qatar».
Secondo quanto riportato dall’Ufficio del primo ministro (Pmo), Netanyahu, ieri, ha parlato con Shira ed Eli Elbag, i genitori della solda tessa. «Il primo ministro ha assicurato che Israele continua a lavorare senza sosta per riportare Liri e tutti gli ostaggi a casa, e che gli sforzi sono in corso, anche in questo momento – si legge nel comunicato del Pmo – il premier ha ribadito che chiunque osi fare del male ai nostri ostaggi ne porta la responsabilità».
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