Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La forza che a Zelensky non manca Editoriale de Il Foglio
Testata: Il Foglio Data: 19 dicembre 2024 Pagina: 3 Autore: Redazione de Il Foglio Titolo: «La forza che a Zelensky non manca»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/12/2024, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "La forza che a Zelensky non manca".
Volodymyr Zelensky, al vertice della NATO sta preparando il terreno per l'effetto Trump, quando gli Usa (salvo ripensamenti) si ritireranno dal teatro di guerra europeo. Alcuni paesi europei lo sanno e si sono svegliatri, altri (come il nostro) dormono ancora.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri ha partecipato a un vertice in forma ridotta della Nato a Bruxelles. Ha incontrato diversi leader e il senso del suo viaggio sta tutto nell’organizzazione di cui l’Alleanza atlantica ha bisogno adesso che la presidenza di Donald Trump è imminente. E’ inutile attendere l’insediamento del presidente eletto, è altrettanto inutile farsi illusioni: non ci sarà continuità con Joe Biden, Trump non ritirerà gli Stati Uniti dalla Nato ma non ha intenzione di fare dei rapporti con i suoi alleati europei una priorità, vede la guerra in Ucraina come una questione regionale in una regione in cui Trump ritiene non ci siano interessi americani. Vuole una Nato a trazione europea, alcuni europei si sono svegliati, altri no. Zelensky lo ha capito benissimo e si sta adattando alla nuova realtà trumpiana. Durante un’intervista con alcuni lettori del Parisien, il presidente ucraino ha detto: la Costituzione ucraina ci vieta di rinunciare ai territori occupati, “non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo solo contare sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin alle trattative. Sono sorpreso: perché l’occidente che ci sostiene lo tratta con riguardo? Perché non ci ha dotato dall’inizio di armi massicce? Il mio discorso può sembrare insolente, ma ho l’impressione che siano tutti terrorizzati dalla Russia di Putin. Ha l’impunità”. Vale la pena tradurre tutta la citazione, perché è stata estrapolata dal contesto e ripresa subito come un regalo da parte di Zelensky a Putin: eccoti i territori occupati, io non ho la forza per riprenderli. La frase invece, se considerata nella sua interezza, mostra che Zelensky sa che con Trump si avvicina un accordo e le armi scarseggiano sempre di più, gli ucraini hanno fatto il loro doloroso lavoro, adesso tocca agli altri dimostrare di aver capito la minaccia russa e prevenirla.
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