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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
13.12.2024 Un'élite immobile continua a remare contro il paese
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 13 dicembre 2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Un'élite immobile continua a remare contro il paese»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/12/2024, a pag. 1 con il titolo "Un'élite immobile continua a remare contro il paese" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Ennesimo sciopero generale di venerdì. E il Tar dà ragione ai sindacati. Magistratura, il salotto buono dell'intellighenzia di sinistra e la burocrazia sono fattori di immobilismo nel paese. Difendono lo status quo, odiano il popolo, ignorano le elezioni.

L’Italia a due velocità esiste. Da una parte c’è una nazione che coglie l’attimo, naviga con il vento poppa, inventa, esporta, costruisce e fa sognare il mondo; dall’altra ci sono gli scioperi del venerdì, i tribunali che si sostituiscono alla politica, un sistema di “rentiers” che, vivendo di rendita, frena le riforme, rifiuta l’innovazione, disprezza la competizione e il merito. Il via libero del Tar allo sciopero nei trasporti iniziato ieri non è solo una clava politica usata contro il ministro dei Trasporti Matteo Salvini - che con la precettazione voleva far prevalere il buonsenso - fanno parte della liturgia dello status quo. Non a caso sono difesi dai cantori del declinismo dell’Italia, dalla magistratura irriformabile, dalla sinistra e dai mandarini dell’alta burocrazia, dal piccolo establishment finanziario e dal salottino editoriale. Sono rappresentanti di una élite immobile che ha perso il contatto con il popolo, lo detesta, lo considera immaturo e ignorante, dunque nocivo per la democrazia, che considerano buona solo quando sono loro a vincere le elezioni. Il confronto destra-sinistra oggi è quello tra innovatori e passatisti. Giuseppe Prezzolini avrebbe detto che i primi sono i fessi e i secondi i furbi, ma i fatti dicono che alla fine sono le forze positive a imporsi. L’Italia ha risposto bene a una crisi che ha cambiato lo scenario mondiale, un segnale di vitalità che ha sorpreso molti e oggi ha trovato una leadership (quella di Giorgia Meloni) e una formula di governo (quella del centrodestra) che vince e ha credito nelle istituzioni internazionali. Gli agenti dell’immobilismo sono stati sconfitti nelle elezioni del 2022, le loro idee nella società reale sono marginali, sono energie negative che possono cogliere un momentaneo consenso (pensate all’ascesa e caduta del Movimento Cinque Stelle), ma non hanno qualità per la lunga durata, quella che segna i cicli politici.
Fanno danni, ma non scrivono la storia.

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