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Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/05/2024, pag. 15, con il titolo "Putin vuole la testa di Zelensky", la cronaca di Carlo Nicolato.
Il ministero dell’Interno russo ha spiccato un mandato d’arresto per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per il suo predecessore Petro Poroshenko e per il comandante delle forze armate di terra dello stesso Paese, Oleksandr Pavlyuk. UNA NUOVA FASE C’è ovviamente un certa dose di ottimismo nei piani di Mosca, ma lo stesso Zelensky ieri durante un incontro con i cadetti ha utilizzato parole più drammatiche del solito, come se davvero ci si trovasse di fronte a uno scontro decisivo: «Stiamo affrontando una nuova fase della guerra», ha detto, «l’occupante si sta preparando per tentare di espandere le azioni offensive e noi tutti insieme, tutti gli ucraini, i nostri soldati, il nostro Stato, i nostri partner, dobbiamo fare di tutto per contrastare il piano offensivo russo». Il presidente ha poi sottolineato che «tutti devono dimostrare che l’occupante, in ogni circostanza, non sarà in grado di raggiungere i suoi obiettivi, qualunque cosa faccia e non importa in quale vile modo agisca». Su X ha poi anche lanciato l’ennesimo appello perché siano prese «decisioni tempestive e adeguate sulla difesa aerea dell'Ucraina», chiaro messa agli alleati, e che arrivino «forniture tempestive di armi ai nostri soldati». Singolare invece la posizione di Poroshenko che rischia di essere arrestato dai russi e che nemmeno può lasciare anzitempo il suo Paese per ordine del servizio di sicurezza ucraino. LE CONDIZIONI ITALIANE L’Italia ha chiarito ulteriormente la sua posizione in proposito, con il ministro della Difesa Crosetto che in un’intervista al Corriere della Sera ha sottolineato che l’Ucraina va aiutata in ogni modo possibile, ma quanto a un eventuale intervento armato «assolutamente no». Crosetto ha chiarito che il nostro ordinamento nemmeno lo permette, in quanto «possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell'Onu». Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@liberoquotidiano.it |
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