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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/04/2024, a pag.10, con il titolo "Le navi, la piattaforma, i soldati britannici Ecco la «rotta» degli aiuti verso la Striscia" l'analisi di Davide Frattini.
Il progetto girava nella testa di Winston Churchill da almeno un paio di anni prima dello sbarco in Francia nel giugno del 1944. Lungo i pontili gli Alleati in dieci mesi trasportarono 2 milioni e mezzo di uomini, mezzo milione di veicoli, 4 milioni di tonnellate in materiali e rifornimenti. I britannici impiegarono dodici giorni a metterli giù e ad attaccarli alla costa della Normandia per creare un porto d’attracco dove non esisteva. Le piastre di metallo a fare da base erano chiamate «balene» e i pilastri d’acciaio o cemento che le sostenevano «coleotteri». Adesso gli americani stanno replicando l’idea, la tecnologia è ovviamente più avanzata. Ma la piattaforma non sarà attaccata a Gaza. La Marina statunitense, almeno 14 navi coinvolte, ne sta allestendo una in un punto in cui le acque al largo della costa sono profonde e i mercantili possono attraccare. Da lì imbarcazioni più piccole, dalla chiglia piatta, trasporteranno gli aiuti umanitari verso il molo a terra che i genieri israeliani stanno gettando sopra l’acqua usando la sabbia e le macerie delle case distrutte. Il viaggio più lungo resterà quello da Cipro alla Striscia, 210 miglia nautiche (poco meno di 400 chilometri) lo stesso corridoio marittimo utilizzato da World Central Kitchen. Sette volontari dell’organizzazione sono stati uccisi dai missili israeliani mentre cercavano di muovere e distribuire il cibo all’inizio di aprile. Il ruolo americano Gli Usa guideranno le operazioni, ma nessun soldato statunitense metterà piede a Gaza Il programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite avverte che in 5 settimane la popolazione nei 363 chilometri quadrati supererebbe la soglia della carestia, i bambini malnutriti sono già decine. Quando il presidente americano Joe Biden ha annunciato il piano di soccorso in marzo, ha assicurato che nessun soldato statunitense avrebbe messo piede sul suolo della Striscia. Secondo l’emittente Bbc, sarebbero le truppe britanniche a essere incaricate di completare l’ultima parte dell’operazione, dal porto flottante alle spiagge di Gaza. È il tratto più rischioso del trasporto finché la Striscia resta campo di battaglia, il perimetro di sicurezza attorno al punto d’attracco verrebbe garantito dagli israeliani. Non è lontano dall’avamposto tirato su all’estremità verso il Mediterraneo del cosiddetto corridoio Netzarim, la fascia che taglia in due il territorio e su cui il governo di Benjamin Netanyahu intende mantenere il controllo a lungo, nei proclami del primo ministro anche dopo la fine della guerra. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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