Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto dal TIMES OF ISRAEL del 02.12.23, dal titolo "Ancora una volta, “ebreo discolpati”".
Miriam Feiler
Ciò che Israele e le comunità ebraiche di tutto il mondo stanno sperimentando, a partire dal massacro del 7 ottobre, è un mondo alla rovescia, un’atmosfera in cui siamo costretti a dimostrare il nostro diritto di esistere, sia nella nostra patria ancestrale in Terra d’Israele sia come ebrei che vivono nella diaspora. E’ dilagata per il mondo una narrazione piena di menzogne e di odio con l’obiettivo di cancellare ciò che siamo, per cosa ci battiamo, a cosa apparteniamo. Questa narrazione da universo parallelo, che oggi si è diffusa a macchia d’olio, è stata forgiata nel corso di decenni in modo subdolo e martellante da persone che vogliono semplicemente che gli ebrei scompaiano: da Israele e da ogni altra parte. A quanto pare, nel mondo alla rovescia viene più facile odiare che amare. In un mondo che non fosse capovolto, i popoli e i loro governi sarebbero rimasti profondamente scossi e ammutoliti dalla furia terrorista scatenata da Hamas il 7 ottobre, e avrebbero immediatamente condannato Hamas e i suoi complici in modo forte, netto e inequivocabile. Il mondo avrebbe affermato con chiarezza che spetta ai responsabili dello spietato attacco del 7 ottobre (Hamas & co.) dimostrare che non sfruttano ospedali, scuole e abitazioni per le loro attività terroriste. Sarebbe stato inconcepibile pretendere che le vittime dell’attacco (gli israeliani) si mettessero ulteriormente in pericolo per fornire le prove di quegli abusi. Manifestazione anti-Israele. Sul cartello: “Tieni il mondo pulito”, getta lo stato ebraico nella spazzatura Le organizzazioni umanitarie avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per localizzare rapidamente e assistere gli ostaggi israeliani deportati da Hamas a Gaza. Le organizzazioni femminili avrebbero espresso profondo orrore, ripugnanza e compassione per le centinaia di donne e ragazze brutalizzate il 7 ottobre. In un mondo non capovolto, tutti i finanziamenti (diretti e indiretti) alle organizzazioni terroristiche sostenute dall’Iran, come Hamas e Jihad Islamica, sarebbero stati immediatamente congelati. I capi di Hamas che vivono all’estero da milionari sarebbero stati arrestati. In un mondo non capovolto, personalità e mass-media avrebbero espresso unanimemente shock e simpatia per gli israeliani uccisi, mutilati, sequestrati e deportati e si sarebbero fatti portavoce del messaggio che il terrorismo non deve trovare spazio né indulgenza in nessuna società. Nelle principali città del mondo, centinaia di migliaia di persone sarebbero scese in piazza in modo unitario per esigere il rilascio degli ostaggi innocenti e la liberazione della Palestina da Hamas e dai suoi boss. I campus universitari sarebbero stati luoghi in cui gli ebrei avrebbero potuto continuare a studiare e insegnare in serena sicurezza. In un mondo non capovolto, la attivista filo-palestinese Gigi Hadid avrebbe utilizzato la sua piattaforma da 79 milioni di follower per denunciare la condizione dei palestinesi sotto i capi psicopatici e guerrafondai di Hamas a Gaza e la dirigenza dispotica e corrotta dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania, e per esprimere la necessità che vengano soppiantati da una leadership moderata e pragmatica che cerchi davvero di costruire uno stato palestinese vitale e pacifico accanto al suo vicino, Israele. Ma evidentemente, al momento viviamo in un mondo alla rovescia. È tempo che tutti decidano se vogliono vivere in un mondo capovolto in cui viene più facile odiare che amare. (Da: Times of Israel, 29.11.23)
Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottosstante