Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Ucraina abbandonata dall’Unione Europea Analisi di David Carretta
Testata: Il Foglio Data: 26 novembre 2023 Pagina: 1 Autore: David Carretta Titolo: «Il veto ungherese»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/11/2023, a pag. 1, con il titolo "Il veto ungherese", il commento di David Carretta.
David Carretta
Bruxelles. E’ una missione quasi impossibile quella che Charles Michel farà a Budapest lunedì, ma forse la più importante del suo mandato come presidente del Consiglio europeo: disinnescare la bomba di Viktor Orbán per far saltare in aria il sostegno dell’Unione europea all’Ucraina. Aiuti finanziari, assistenza militare, sanzioni contro la Russia, negoziati per l’adesione: il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre deve prendere all’unanimità decisioni fondamentali per Kyiv. Su ciascuna pesa la minaccia del veto di Orbán, che ha inviato una lettera a Michel per dire che intende bloccare tutto fino a quando non ci sarà una “discussione strategica” e un “consenso” sulla strategia dell’Ue sull’Ucraina. Dal testo, si capisce che ai suoi occhi la vittoria di Kyiv e la sconfitta di Mosca non sono “realisticamente realizzabili”. “Gli sviluppi nella guerra in Ucraina, così come il contesto di sicurezza globale, economico e politico richiedono un periodo di riflessione e un potenziale aggiustamento dei nostri obiettivi e strumenti”, ha scritto Orbán, tirando in ballo anche le elezioni negli Stati Uniti. L’obiettivo di Budapest non è più, come in passato, di usare l’Ucraina come merce di scambio per ottenere una o due concessioni. A Bruxelles, Orbán viene descritto come emotivo, vendicativo, pronto a minare il sistema a pochi mesi dalle elezioni europee. Questa volta potrebbe andare fino in fondo, paralizzando la politica dell’Ue sull’Ucraina. Volodymyr Zelensky ha detto a Michel che l’impatto di un fallimento a dicembre sarà molto negativo sulla società ucraina e il suo morale. Secondo Kyiv, una mancata decisione al Consiglio europeo sugli aiuti finanziari e militari potrebbe condizionare anche le scelte degli Stati Uniti. Tornato dalla visita a Kyiv martedì, Michel si sarebbe convinto che un fallimento potrebbe rivelarsi catastrofico, perché mostrerebbe al mondo l’inizio delle divisioni interne all’Ue, Putin potrebbe interpretarlo come un assegno in bianco e in gioco c’è la sicurezza in Europa. A Budapest Michel vuole capire quale carte potrà giocarsi in una partita che durerà appena tre settimane. Oltre alla discussione strategica sull’Ucraina, Orbán ha altre due richieste. La prima sono i fondi dell’Ue congelati per le violazioni dello stato di diritto. La Commissione ha appena proposto di sbloccare 920 milioni di euro di prefinanziamento del Pnrr, ma è un’inezia rispetto ai 32 miliardi totali per l’Ungheria. La seconda è la testa di Ursula von der Leyen, che Orbán non vuole per un secondo mandato alla Commissione. Le europee giocano contro l’Ucraina. A marzo, sarà più complicato convincere i leader a mettere mano al portafoglio per finanziare Kyiv e ad avviare negoziati per un’adesione ucraina che comporterà sacrifici. Da aprile l’Ue sarà in ibernazione politica per le europee e il rinnovo delle cariche. Nel frattempo i Paesi Bassi potrebbero avere come premier Geert Wilders, alleato di Orbán contro l’Ucraina. In caso di fallimento a dicembre, Michel convocherà un Consiglio europeo straordinario a gennaio.
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