Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Blinken arriva a Kyiv con nuovi aiuti Analisi di Paola Peduzzi
Testata: Il Foglio Data: 07 settembre 2023 Pagina: 1 Autore: Paola Peduzzi Titolo: «L’alleato speciale»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/09/2023, a pag. 1, con il titolo 'L’alleato speciale', l'analisi di Paola Peduzzi.
Paola Peduzzi
Antony Blinken
Kyiv, dalla nostra inviata. Antony Blinken, segretario di stato americano, è arrivato a sorpresa a Kyiv con oltre un miliardo di dollari di nuovi aiuti “per un’economia forte in una democrazia forte” e per rinnovare l’impegno duraturo nel sostegno all’Ucraina. Nelle stesse ore le Forze armate di Vladimir Putin attaccavano il centro di Kostiantynivka, una città nella regione di Donetsk che è spesso fra i target dei russi ma ieri in modo più feroce: è stato colpito il centro della città, ci sono stati più di trenta morti. Basterebbe questa semplice contrapposizione per spiegare perché il sostegno all’Ucraina non può che essere forte e duraturo, l’alleato speciale a Kyiv ha voluto fugare i dubbi ripetuti sui media internazionali riguardo i rapporti tra occidente e Ucraina. In particolare: la controffensiva, giudicata troppo lenta, troppo inefficace, gli americani sono insofferenti. Un anno fa in questi giorni iniziava la liberazione della regione di Kharkiv nel nord-est dell’Ucraina: la controffensiva estiva dello scorso anno aveva sfondato le linee russe e i soldati di Mosca non avevano combattuto, erano per lo più scappati, lasciando la loro immancabile e oscena scia dell’orrore. Nonostante gli esperti militari abbiano più volte spiegato che la controffensiva di quest’estate era di tutt’altra natura – sono cambiate le condizioni e la strategia – le aspettative sono rimaste uguali e così la lentezza (prevista) è diventata sinonimo di un semi fallimento. Non per tutti: i leader politici dei paesi alleati non hanno dato pubblicamente segni di insofferenza, ma molti commentatori si mostrano spesso parecchio esigenti nei confronti di Kyiv – lo stesso rigore non si ripete nei confronti di Mosca che pure continua i suoi bombardamenti indiscriminati sui civili – e così le opinioni pubbliche si sono convinte che qualcosa stia andando storto. Nei suoi colloqui ucraini con il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba e con il presidente Volodymyr Zelensky, Blinken ha affrontato tutte le questioni, dalla controffensiva alla ricostruzione lasciando trapelare il messaggio chiaro: siamo sempre qui, insieme. Timothy Snyder, professore di Yale, storico, saggista, nella saletta con terrazza del Pen Ukraine di Kyiv ha risposto a una domanda su quel che dovrebbe fare l’occidente per far vincere l’Ucraina dicendo: “Armi, armi armi”. Su questo i negoziati e le forniture sono già stati fatti e anche se i tempi non sono rapidi come si sperava – anche in questo caso le aspettative sono state insolitamente alte – l’obiettivo di Blinken era anche diplomatico. Il 19 settembre si apre a New York l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che l’anno scorso era stata utilizzata dai leader europei e dal presidente Joe Biden per tessere e allargare l’alleanza occidentale. Quest’anno si prospetta il secondo round di questa offensiva il cui significato è – come disse lo stesso Zelensky – che la neutralità non è possibile. Ci sono stati da allora segnali positivi, come l’allargamento della Nato, ma anche una riluttanza a unirsi esplicitamente al sostegno all’Ucraina: questo, col tempo che passa, diventa più pericoloso.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante