Siamo vicini al terzo Tishà be Av?
Commento di Deborah Fait
La storia ebraica è una sequenza infinita di disgrazie. Nei mesi di luglio/agosto (a seconda del lunario ebraico) gli ebrei del mondo ricordano, digiunando, il 9 del mese di av (in ebraico tishà beAv) cioè la distruzione del Tempio di Gerusalemme avvenuto, la prima volta, per mano del re di Babilonia Nabucodonosor, nel 587 a.e.v. La seconda volta, quasi 400 anni più tardi, però nello stesso giorno del 9 di Av, a causa dei Romani di Tito imperatore. Con la Riforma della giustizia, votata oggi, 24 luglio, Israele sta vivendo il periodo più pericoloso dal giorno della sua fondazione non per colpa dei nemici ma del governo, del nostro governo, del governo israeliano. A quelli che diranno che sia giusto togliere il potere assoluto ai giudici, rispondo che sarebbe, forse, giusto se alla Knesset avessimo un governo “normale”, fatto di brave persone. Non è così. La coalizione che Netanyahu ha formato in novembre è composta da fanatici religiosi nazionalisti, xenofobi, omofobi, razzisti. Senza un potere giudiziario che controlli l’esecutivo, potrebbero passare, indisturbate, leggi inique come qualche ministro ha promesso: no alle donne nell’esercito, no alle donne nelle università, le donne dovranno sedersi separate dagli uomini, gli omosessuali saranno fuorilegge. Le milizie armate saranno comandate da Itamar Ben Gvir, un criminale già condannato, che vuole instaurare la pena di morte. Stiamo perdendo Israele. Stiamo gettando Israele, una grande democrazia, nelle mani di chi ci odia che d’ora in poi ci odierà di più. Centinaia di migliaia di israeliani sono scesi in piazza, hanno riempito le strade di Israele per protestare contro questo governo. Tutto inutile. Natanyahu ha vinto un’altra volta ma non sarà ricordato nella storia come il grande leader che è stato. Sarà ricordato come il premier che ha distrutto Israele e la sua democrazia. E noi tutti vivremo disperatamente un terzo tishà be Av. Forse per l’ultima volta.