Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Inviare armi all’Ucraina è giusto e anche popolare No, l’opinione pubblica non è anti Kyiv
Testata: Il Foglio Data: 25 maggio 2023 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «No, l’opinione pubblica non è anti Kyiv»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/05/2023, a pag. 3, l'editoriale “No, l’opinione pubblica non è anti Kyiv”.
Volodymyr Zelensky
Un sondaggio di Swg, diffuso da La7, certifica che, contrariamente a quanto sostengono i pacifisti a senso unico, la maggioranza degli italiani è favorevole all’invio di armi all’Ucraina. Per la precisione il 51 per cento è favorevole contro il 31 per cento dei contrari. E’ un sostegno popolare superiore a quello tedesco e inferiore di un solo punto a quello francese. Ciò significa che la linea adottata dal governo di Giorgia Meloni non è solo necessaria, ma rappresenta anche la volontà popolare prevalente. Si tratta di una buona notizia per due ragioni. La prima è che tutti i tentativi di ostacolare le scelte di fermezza non hanno possibilità di imporsi. La seconda, forse più importante, è che la maggior parte degli italiani (e degli europei) si rende conto che la posta in gioco è la libertà, non solo della popolazione ucraina, ma anche dell’Europa. Nonostante sia assai attrattiva la tesi, in realtà semplicistica, secondo cui le armi favoriscono la guerra, si è compreso che è la guerra di aggressione russa che richiede una resistenza armata degli ucraini, che quindi debbono essere sostenuti in questo confronto altrimenti assolutamente impari.
Le formazioni, come il Movimento 5 stelle che dell’ostilità all’invio di armi hanno fatto una bandiera identitaria, al punto da chiedere un referendum (peraltro impossibile per le norme che vietano di sottoporvi gli accordi internazionali), dovrebbero capire che la loro campagna non ha avuto e non avrà successo. D’altra parte chi nella maggioranza, ma anche tra le altre opposizioni, sostiene l’impegno a rafforzare la difesa ucraina, si sentirà incoraggiato a insistere su una posizione non solo necessaria ma anche compresa dalla popolazione. Il giudizio del popolo è saggio, anche se a dirlo si rischia di essere accusati di populismo.
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