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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Foglio Rassegna Stampa
12.04.2023 Egitto alleato di Putin?
Il piano egiziano per aiutare Mosca sarebbe un problema grosso per Biden

Testata: Il Foglio
Data: 12 aprile 2023
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Egitto alleato di Putin?»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/04/2023, a pag. 3, l'editoriale "Egitto alleato di Putin?".

Guerra Ucraina, l'Egitto starebbe producendo 40mila razzi per la Russia |  Sky TG24
Abdel Fattah al Sisi

Tra i documenti dell’intelligence americana trafugati nelle scorse settimane alcuni riguardano i rapporti tra Russia ed Egitto. Secondo i documenti dal Washington Post, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi avrebbe ordinato la produzione di 40.000 razzi da spedire alla Russia, che ha bisogno di armi contro Kyiv. Il documento “top secret” porta la data del 17 febbraio e riassume le presunte conversazioni tra al Sisi e alti funzionari militari egiziani e, oltre a fare riferimento ai missili da produrre per Mosca, parla anche di munizioni e polvere da sparo. Il presidente egiziano avrebbe poi ordinato ai suoi uomini di mantenere la produzione e le spedizioni segrete “per evitare problemi con l’occidente”. La ricostruzione del quotidiano americano è stata smentita dal Cairo, da Mosca e infine anche dal portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. L’Egitto è un alleato importante per gli Stati Uniti in medio oriente, negli anni ha approfondito i legami anche con Mosca, ma è rimasto profondamente legato a Washington che ha fornito al paese più di un miliardo di dollari all’anno in sicurezza. La notizia aveva portato a dubitare su un rapporto solido ed essenziale. L’Egitto non può essere considerato dagli americani come la Corea del nord, che sta rifornendo Mosca di munizioni, o come l’Iran, che vende droni e missili, ma neppure come la Cina, che si sospetta possa sostenere l’esercito di Vladimir Putin. L’Egitto è un alleato, un partner. Finora al Sisi non si è esposto riguardo alla guerra in Ucraina, si è limitato a chiedere a entrambe le parti di fermarsi. Rifornire Mosca vorrebbe dire aver scelto una delle due parti, quella senza gli Stati Uniti. Nelle scorse settimane, il ministro degli Esteri siriano, Faisal Mekdad, ha visitato il Cairo, non accadeva da dieci anni e l’incontro con il suo omologo egiziano Sameh Shoukry è il segno di una rete di rapporti e di normalizzazioni che stanno sfuggendo dalle mani di Washington e che portano tutto un altro tipo di regia: la Cina con Iran e Russia sullo sfondo.

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