Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Amleto razzista, il destino di Shakespeare Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 16 marzo 2023 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Amleto razzista, il destino di Shakespeare»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/03/2023, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo “Amleto razzista, il destino di Shakespeare”.
Giulio Meotti
Roma. Aveva ragione Dominic Cavendish, critico teatrale del Telegraph, quando denunciava allarmato: “La brigata woke cercherà di cancellare Shakespeare”. Shakespeare è da un po’ di tempo liquidato, con altri nel canone occidentale, come “un maschio bianco morto”. Ora, al bardo viene mossa un’accusa peggiore: è il padre del suprematismo bianco. Basta associarlo a Dante: Shakespeare sarà d’ora in poi accostato ad Arthur de Gobineau. Secondo “White People in Shakespeare” (Bloombsury), l’immortale drammaturgo era impegnato nella “creazione della bianchezza”, la whiteness. Così il Globe Theatre di Shakespeare organizza un evento annuale su “Shakespeare e la razza” e la Royal Shakespeare Company parla del proprio beniamino come “problematico dal punto di vista razziale”. Il libro afferma che “il potere rappresentativo globale di Shakespeare esisteva quasi in tandem con una supremazia culturale bianca globale”. Lo studioso Daniel Pollack-Pelzner ha scritto un articolo sull’Atlantic suggerendo che tutte le opere classiche di Shakespeare riguardassero la razza e contribuissero a costruire la “bianchezza” per la cultura occidentale. Nel suo articolo, Pollack-Pelzner ha presentato in anteprima il saggio del professore dell’Università della California Arthur L. Little Jr., intitolato appunto “White People in Shakespeare”. “Shakespeare era uno strumento utilizzato per civilizzare i neri nell’impero inglese”, ha detto la studiosa di Shakespeare Ayanna Thompson, docente all’Arizona State University. C’è stata la rimozione del ritratto di Shakespeare dall’ingresso di uno dei dipartimenti di Letteratura più famosi d’America, quello della Università della Pennsylvania. Per avere più “diversità”, studenti e professori hanno sostituito Shakespeare con una poetessa lesbica e afroamericana, Audre Lorde. Shakespeare alla Sheffield University è insegnato anche nei suoi “pregiudizi razziali”, secondo un video prodotto dallo stesso ateneo nel tentativo di educare i suoi studenti sulle “diverse forme di razzismo”. La Northwestern University, una delle più importanti d’America, cancella il corso obbligatorio di letteratura su Shakespeare e altri giganti. Al loro posto, gli studenti studieranno “genere e sessualità, razzia ed etnia”. “White People postula che Amleto, Romeo e Giulietta e i sonetti riguardino la razza come Otello, perché sono tutti coinvolti nella definizione della bianchezza”, scrive Pollack-Pelzner sull’Atlantic. E prosegue: “Il lavoro di Shakespeare è stato fondamentale per la costruzione del bianco come categoria razziale durante il Rinascimento, e da allora i bianchi, a loro volta, hanno usato Shakespeare per regolare le gerarchie sociali”. Ha risposto così il saggista Stephen Pimentel: “Ora arriviamo alla parte del giro sulle montagne russe in cui stabiliamo la giustificazione per l’eliminazione di Shakespeare, nel caso aveste pensato che si sarebbero fermati alla riscrittura di Roald Dahl”.
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