Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Usa: niente F-16 a Zelensky Cronaca di Andrea Marinelli, Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 02 marzo 2023 Pagina: 18 Autore: Andrea Marinelli, Guido Olimpio Titolo: «Ritardi e modelli vecchi: i Leopard non sono ancora «liberi»»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/03/2023, a pag. 18, l'articolo di Andrea Marinelli, Guido Olimpo dal titolo "Ritardi e modelli vecchi: i Leopard non sono ancora «liberi»".
Hitler e Putin: maestro e allievo
La Nato promette mezzi all’Ucraina ma per la consegna reale può passare un’eternità. Sono gli aiuti del «giorno dopo», con l’Occidente che insegue gli sviluppi sul terreno e raramente riesce ad anticipare le esigenze. «Liberiamo i Leopardi», è stato lo slogan lanciato per ottenere il via libera della Germania alla fornitura dei Leopard 2 a Kiev mentre i partner accusavano Berlino di frenare. Una volta che il cancelliere Scholz ha concesso l’autorizzazione lo schema è crollato e l’obiettivo di garantire a Kiev 80-130 corazzati si è fatto complesso. I tedeschi ne daranno 18, i polacchi 14 (alcuni sarebbero già in area), gli svedesi 10, i finlandesi 3, i canadesi 8, gli spagnoli 10, i portoghesi 3. Numeri variabili citati in molte tabelle. Comunque pochi. Per quali ragioni? Molti sono in pessime condizioni ma soprattutto alcuni Paesi non vogliono compromettere la propria sicurezza. Come sottolinea il New York Times — ma non solo — gli europei hanno tagliato i budget, nascondendosi dietro la tutela americana e ritenendo che certi equipaggiamenti potessero essere sacrificati. Alcuni governi hanno ipotizzato di «liberare» anche gli anziani Leopard 1 (in deposito), con un programma finanziato da Germania, Danimarca e Olanda per 150 esemplari. Solo che devono essere trovati gli istruttori richiamando — secondo fonti tedesche — chi ha lasciato il lavoro. Torna un messaggio simile ad un appello: c’è chi può fare molto di più, come Varsavia. Ma è anche vero che la Polonia ha ceduto alla resistenza un gran numero di mezzi di concezione «sovietica» (le diverse versioni dei T72). I caccia rappresentano il secondo file importante sulla scrivania di Joe Biden e di Volodymyr Zelensky. La Casa Bianca ha ribadito che «per ora» non si prevede alcuna fornitura di caccia F16 in quanto sono altre le priorità. Gli ucraini — è la tesi — possono battersi lo stesso ed hanno bisogno di materiale per le operazioni terrestri. Il vice segretario per la Difesa Colin Kahl, davanti alla Commissione della Camera, ha offerto una stampella al ragionamento “presidenziale”: spedire a Kiev i velivoli pescati dalle nostre riserve richiede come minimo 18 mesi, sei anni se parliamo di nuovi. C’è chi ipotizza una tabella di marcia accelerata, forse potrebbe bastare un anno. Le spiegazioni tecniche sono fondate, al tempo stesso tornano utili per rinviare la decisione. Un caso Leopard con maggiori ostacoli. Una linea cauta per evitare l’escalation con Mosca. Per gli esperti, la resistenza ha bisogno delle nuove armi in tempi rapidi, tank e blindati devono essere un di più e non un rimpiazzo di quanto è andato distrutto in battaglia, è necessario intensificare il training per avere militari capaci non solo di guidare il carro ma di condurre grandi manovre coordinate. Citano i successi ucraini sul fronte Est con intere colonne incenerite ma anche l’emergenza a Bakhmut che potrebbe essere conquistata dall’invasore.
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