Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele, Corte Suprema, la scelta di Bibi Non sarà facile trovare un equilibrio
Testata: Il Foglio Data: 17 gennaio 2023 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «La riforma di Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 17/01/2023, a pag. 3, l'editoriale "La riforma di Israele".
La Corte suprema
Israele non ha una Costituzione scritta, quindi le sentenze del suo finora potentissimo “Bagatz”, la Corte suprema, sono state una sorta di Carta costituzionale. Il nuovo governo di Benjamin Netanyahu col ministro della Giustizia Yariv Levin ha annunciato una riforma che consentirebbe di fatto al Parlamento di annullare una decisione della Corte con un voto a maggioranza semplice, aumentando il potere dei funzionari eletti sui tribunali. I critici evocano la Corte costituzionale polacca e il caso ungherese, con la stretta degli esecutivi di Visegrád sulle rispettive corti più alte. La gente è scesa per strada a Tel Aviv e l’ex presidente della Corte suprema Aharon Barak ha definito Levin un “criminale”. Da anni la destra è mobilitata contro quello che negli anni 90 Barak considerava il necessario “attivismo legale” in base al quale le corti assumevano il potere di rovesciare leggi approvate dalla Knesset (come nel caso delle politiche di sicurezza e antiterrorismo nei Territori palestinesi). E intanto cresceva la controreazione politica israeliana, che parlava di “golpe giudiziario”. In questa prospettiva, è importante che la coalizione di governo riconosca il fatto che queste riforme giudiziarie sono estremamente rilevanti e delicate, per qualcuno possono modificare il carattere dello stato di Israele e l’equilibrio tra i diversi poteri dello stato. Non sarà facile trovare quell’equilibrio, fra il diritto della maggioranza eletta a governare, del popolo a essere rappresentato e delle minoranze, della società civile e dei giudici di portare istanze che a suon di plebisciti non si farebbero mai sentire. Ma è anche la forza d’Israele, essere l’unica democrazia da Casablanca a Mumbai. E non è poco.
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