Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Appello di 70 intellettuali tedeschi pro Ucraina Commento di Daniel Mosseri
Testata: Il Foglio Data: 19 novembre 2022 Pagina: 19 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Mai stare zitti»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/11/2022 a pag. 19, l'articolo di Daniel Mosseri dal titolo "Mai stare zitti".
Daniel Mosseri
Berlino. “Il dovere morale” dei cittadini e “la tutela degli interessi” della Germania sono una cosa sola. E’ il messaggio centrale di un nuovo appello a favore dell’Ucraina lanciato da 70 intellettuali – tedeschi e dell’Europa centro-orientale – dal sito web del Zentrum Liberale Moderne (Zlm), think tank berlinese fondato nel 2017 dai Verdi Marieluise Beck e Ralf Fücks. L’appello è rivolto al governo federale, al mondo delle associazioni, alle città e alle imprese come anche ai semplici cittadini: perché tutti possono fare qualcosa a favore dell’ex Repubblica sovietica aggredita dalla Russia. Un’aggressione che, come già durante le prime settimane dell’invasione, non è limitata agli oblast secessionisti di Donetsk e Luhansk ma coinvolge anche Kyiv e altri centri lontani dai confini con la Russia. Le bombe di Vladimir Putin continuano a cadere sulle case e sulle infrastrutture civili degli ucraini, da cui l’invito a fare qualcosa “con donazioni, aiuti umanitari e tecnici” ma anche “con le armi che possono respingere le truppe russe”. Il passaggio relativo alle truppe è importante. In Italia gli intellettuali si limitano troppo spesso a invocare “la pace” come sola via di soluzione del conflitto. Ma quello di una pace giusta – e qui spesso il pensatore di casa nostra, cristiano, marxista o ecologista, si ingarbuglia – deve essere l’obiettivo da raggiungere; la semplice cessazione delle ostilità non è la pace. Ai 70 firmatari dell’appello dello Zlm la differenza non sfugge e subito dopo aver auspicato la cacciata dell’invasore russo ricordano che a causa “dei massicci attacchi russi sulle città ucraine, l’energia, le attività industriali e le vie di trasporto, l’Ucraina è minacciata da un inverno di buio, freddo e fame”. L’etica della responsabilità, insomma, precede l’appello alla pace. Al di là poi dei ragionamenti sui princìpi, i 70 dello Zlm ricordano che dall’inizio delle ostilità, “quattordici milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case, e altri milioni potrebbero essere costretti a fuggire”. E qui scatta il passaggio dal dovere morale all’interesse individuale e nazionale: perché se Putin riuscirà a fare a pezzi l’Ucraina, “anche l’Europa sarà distrutta. E allora nessun paese già nella sfera d’influenza dell’Unione sovietica sarà al sicuro, le forze antidemocratiche acquisteranno slancio e il diritto internazionale andrà in rovina”. La questione umanitaria La questione poi è anche umanitaria: scrivendo alla vigilia della prima nevicata dell’anno sulla capitale tedesca, gli intellettuali – fra i quali Wolf Biermann, cantautore ed ex dissidente della Ddr; il pluripremiato scrittore austriaco-tedesco Daniel Kehlmann; la premio Nobel della letteratura Herta Müller; Danny (il rosso) Cohn-Bendit; Wolfgang Ischinger, ex ambasciatore tedesco negli Stati Uniti ed ex presidente della Conferenza per la Sicurezza di Monaco – invitano a riflettere su cosa significa quando il riscaldamento, le luci e gli elettrodomestici non funzionano, quando non c’è più acqua potabile, le finestre rotte non possono essere sostituite, le città sprofondano nell’oscurità, le scuole e gli asili devono chiudere, gli ospedali non possono più curare i loro pazienti e le aziende devono chiudere. “La Russia reagisce alle sconfitte militari con una guerra di annientamento che rischia di provocare una catastrofe umanitaria”, dice severo il verde Fücks. Il suo timore è che i tedeschi, la metà dei quali (specialmente all’est ma non solo) rimpiange i buoni rapporti con il Cremlino, “non abbia ancora colto la drammaticità della situazione”. Già lo scorso maggio lo Zlm aveva lanciato un appello al governo spronandolo a inviare aiuti militari a Kyiv senza troppi indugi e distinguo. Questa volta l’appello è urbi et orbi perché da un lato le riserve di gas in Germania sono ricostituite e il tedesco con i piedi al caldo potrebbe dimenticarsi dell’Ucraina; dall’altro, conclude Füchs, perché la solidarietà con chi combatte per la libertà dell’Europa “non è un dovere soltanto del governo, ma di tutti”.
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