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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Foglio Rassegna Stampa
11.11.2022 Le parole sbagliate del Papa sulla guerra
Parlare di 'mercenari' e non di stato aggressore alimenta inutili ambiguità

Testata: Il Foglio
Data: 11 novembre 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Le parole sbagliate del Papa sulla guerra»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 11/11/2022, a pag. 3, l'editoriale "Le parole sbagliate del Papa sulla guerra".

Il 4 luglio in udienza dal Papa il Presidente russo Putin - Vatican News
Papa Francesco stringe la mano a Putin 

Rinnovo il mio invito alla preghiera per la martoriata Ucraina: chiediamo al Signore la pace per questa gente così tribolata, che soffre tanta crudeltà da parte dei mercenari che fanno la guerra. Preghiamo insieme”, ha twittato il Papa nelle ore in cui l’esercito russo annunciava la ritirata da Kherson. L’invito alla preghiera è naturalmente condivisibile, così come il passaggio sulla “martoriata Ucraina”, concetto peraltro espresso lunedì in udienza all’arcivescovo maggiore di Kyiv, Sviatoslav Shevchuk. Quel che non si comprende è perché il Papa continui a parlare di “mercenari che fanno la guerra”. Non è una novità, l’aveva già detto domenica interpellato dai giornalisti di ritorno dal Bahrein. Il fatto è che coloro che dalla fine dello scorso febbraio hanno invaso casa altrui (l’Ucraina) sono uomini lì inviati – costretti – da Vladimir Putin, il presidente della Federazione russa. Non si tratta di battaglioni asiatici capitati lì per caso, dietro lauto compenso. Sì, magari ci sono anche quelli, come in ogni guerra. Ma limitarsi a denunciare le “crudeltà” commesse dai mercenari fa perdere di vista il cuore del problema, nonché alimenta di nuovo il fronte di chi sostiene che la Santa Sede sia ambigua rispetto al conflitto. C’è un aggressore e un aggredito, il primo è la Russia (intesa come entità statale, non come popolo, ovviamente) e il secondo è l’Ucraina. Che è la vittima, l’unica. Non ci sono zone grigie, è tutto dolorosamente chiaro. Mettere l’accento sui “mercenari”, non specificando chi siano né da dove provengano, è un invito implicito a spostare l’attenzione dal dato fattuale più rilevante: è Mosca, con il suo presidente e i suoi stati maggiori, ad aver minato la pace nell’Europa orientale. Non altri. Di ulteriore ambiguità non c’è proprio bisogno.

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