Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
E’ una guerra europea ma ce la facciamo pagare dagli Usa I conti dell’ Economist
Testata: Il Foglio Data: 14 ottobre 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «I dati rovesciano il mantra dei pacifisti»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/10/2022, a pag.3 l'editoriale "I dati rovesciano il mantra dei pacifisti".
Ieri l’Economist ha pubblicato la sua tabella quotidiana e scorrendo righe e colonne si vede bene come la frase ripetuta dagli pseudopacifisti nei programmi televisivi italiani – “è una guerra degli Stati Uniti d’America, ma la paghiamo noi!” – andrebbe in realtà ribaltata: “E’ una guerra degli europei, ma ce la facciamo pagare dagli Stati Uniti d’America!”. Il titolo è “Chi sta facendo di più per aiutare l’Ucraina contro la Russia”, nella prima tabella ci sono i costi sostenuti da ciascun paese occidentale alleato di Kyiv suddivisi in aiuti militari nazionali, quota di contribuzione agli aiuti comunitari (se membri dell’Unione europea), aiuti umanitari e valore economico stimato per l’accoglienza data ai profughi ucraini: al primo posto ci sono gli Stati Uniti che da soli contribuiscono per più della metà del valore totale. Il distacco con l’intera Unione europea, al secondo posto, è di quasi venti punti percentuali e il distacco con la Germania considerata singolarmente, al terzo posto, è di più di quaranta punti percentuali. La prima tabella riporta le quantità in valore assoluto, ma la più interessante è la seconda, una classifica della spesa relativa, cioè rapportata alla dimensione di ogni paese, al suo pil. Quelli che stanno aiutando di più l’Ucraina sono, in ordine: Estonia, Polonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Slovacchia, Norvegia. Il motivo è semplice: sono i paesi che – per ragioni storiche o geografiche – hanno più ragioni di temere un’Europa dove Vladimir Putin pensa di poter violare il diritto internazionale e ottenere ciò che vuole con la violenza brutale. Dopo quello di Kyiv, che il presidente russo venga fermato è interesse innanzitutto di queste nazioni che, infatti, fanno da traino e dicono: un Putin impunito è un pericolo per chi gli è più vicino, noi per primi e poi il resto del continente. Gli americani, in questa seconda tabella, sono dodicesimi su quindici: i più motivati sono gli europei, ma nella loro battaglia possono beneficiare di molti miliardi di Washington.
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