Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Perché i media europei hanno paura di Putin Il cattivo esempio dell’Economist
Testata: Il Foglio Data: 21 settembre 2022 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «L’Europa e la paura di vincere»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/09/2022, a pag. 3, l'editoriale "L’Europa e la paura di vincere".
Un mese fa l’Economist aveva pubblicato una copertina, chiedendosi se le sanzioni alla Russia stessero funzionando. Quel numero del settimanale britannico ha avuto un’eco formidabile in Italia: è stata rilanciato da tanti media, attivisti e anche qualche esponente politico per sostenere che le sanzioni non funzionassero, che fossero controproducenti e che quindi andassero rimosse. “Lo dice persino l’Economist!”, era il ritornello. La ricostruzione, ovviamente, era del tutto parziale. L’analisi del settimanale era, ovviamente, di tutt’altro tenore. Le sanzioni avranno un impatto enorme nel medio termine, soprattutto nei settori più avanzati che dipendono dalle importazioni tecnologiche occidentali. Ma non hanno prodotto un crollo immediato dell’economia russa. L’Economist evidenziava che la Russia sta reagendo meglio del previsto e che contro le grandi autocrazie le sanzioni, da sole, non bastano. Ma bisogna agire su più fronti. Ma tanto era bastato a dire che le sanzioni vanno abolite. La scorsa settimana, invece, l’Economist ha pubblicato una copertina in cui si afferma che bisogna “portare a termine il lavoro” perché “l’Ucraina può vincere”. L’analisi parte dal successo della controffensiva ucraina nel nord-est, che sta ribaltando gli equilibri e l’inerzia del conflitto, sia sul piano militare sia su quello del morale. “La vittoria dell’Ucraina non è ancora certa, ma si intravede una strada”. Pertanto l’occidente dovrebbe inviare armi migliori e in maggiore quantità, e l’Europa dovrebbe “resistere al ricatto energetico di Putin”. Le sanzioni, pertanto, vanno mantenute: “Si può cavillare sui dettagli delle decisioni politiche, ma la cosa principale è mantenere la solidarietà”. Stranamente questa volta nessuno ha ripreso l’analisi dell’Economist. Troppo ottimista. Se in una parte minoritaria dell’opinione pubblica europea è forte il filoputinismo, in un’altra fetta più larga forse prevalgono il catastrofismo e la paura di vincere. Eppure l’eroismo degli ucraini avrebbe dovuto insegnare qualcosa.
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