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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
21.09.2022 Perché i media europei hanno paura di Putin
Il cattivo esempio dell’Economist

Testata: Il Foglio
Data: 21 settembre 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «L’Europa e la paura di vincere»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 21/09/2022, a pag. 3, l'editoriale "L’Europa e la paura di vincere".

Russian State Media Aren't Preparing for War

Un mese fa l’Economist aveva pubblicato una copertina, chiedendosi se le sanzioni alla Russia stessero funzionando. Quel numero del settimanale britannico ha avuto un’eco formidabile in Italia: è stata rilanciato da tanti media, attivisti e anche qualche esponente politico per sostenere che le sanzioni non funzionassero, che fossero controproducenti e che quindi andassero rimosse. “Lo dice persino l’Economist!”, era il ritornello. La ricostruzione, ovviamente, era del tutto parziale. L’analisi del settimanale era, ovviamente, di tutt’altro tenore. Le sanzioni avranno un impatto enorme nel medio termine, soprattutto nei settori più avanzati che dipendono dalle importazioni tecnologiche occidentali. Ma non hanno prodotto un crollo immediato dell’economia russa. L’Economist evidenziava che la Russia sta reagendo meglio del previsto e che contro le grandi autocrazie le sanzioni, da sole, non bastano. Ma bisogna agire su più fronti. Ma tanto era bastato a dire che le sanzioni vanno abolite. La scorsa settimana, invece, l’Economist ha pubblicato una copertina in cui si afferma che bisogna “portare a termine il lavoro” perché “l’Ucraina può vincere”. L’analisi parte dal successo della controffensiva ucraina nel nord-est, che sta ribaltando gli equilibri e l’inerzia del conflitto, sia sul piano militare sia su quello del morale. “La vittoria dell’Ucraina non è ancora certa, ma si intravede una strada”. Pertanto l’occidente dovrebbe inviare armi migliori e in maggiore quantità, e l’Europa dovrebbe “resistere al ricatto energetico di Putin”. Le sanzioni, pertanto, vanno mantenute: “Si può cavillare sui dettagli delle decisioni politiche, ma la cosa principale è mantenere la solidarietà”. Stranamente questa volta nessuno ha ripreso l’analisi dell’Economist. Troppo ottimista. Se in una parte minoritaria dell’opinione pubblica europea è forte il filoputinismo, in un’altra fetta più larga forse prevalgono il catastrofismo e la paura di vincere. Eppure l’eroismo degli ucraini avrebbe dovuto insegnare qualcosa.

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