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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
07.06.2022 Di qui Lavrov non passa
Bulgaria, Montenegro e Macedonia del nord chiudono i cieli ai russi

Testata: Il Foglio
Data: 07 giugno 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Di qui Lavrov non passa»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/06/2022, a pag.3, l'editoriale "Di qui Lavrov non passa".

La Russia sbatte la mossa che ha costretto Sergei Lavrov a cancellare il  viaggio in Serbia - Tebigeek
Sergei Lavrov

Sergei Lavrov aveva organizzato una visita a Belgrado per oggi ma Bulgaria, Macedonia del nord e Montenegro hanno chiuso lo spazio aereo al ministro degli Esteri russo che ha così annullato il viaggio. Una fonte del ministero ha confermato che l’iniziativa dei paesi vicini alla Serbia ha impedito a Lavrov di raggiungere il proprio alleato: “La nostra diplomazia deve ancora attrezzarsi per il teletrasporto”, ha detto questo funzionario. Belgrado ha ottimi rapporti con Mosca, saldati dalla sintonia personale tra il presidente (appena confermato) Aleksandar Vucic e Vladimir Putin e dalla decisione serba di non partecipare alle sanzioni contro la Russia e anzi continuare a rifornirsi del gas russo. Non ci si aspettava molto di diverso da Vucic, che ha sempre utilizzato la sua alleanza con Putin per screditare il progetto europeo, di cui vorrebbe fare parte. La politica dell’allargamento dell’Unione europea è da molto tempo un punto dolente della progettualità di Bruxelles: nell’ultimo decennio le divisioni interne sono diventate opprimenti e così s’è deciso di rallentare e quindi svilire la capacità di attrazione dei paesi dell’est nell’orbita europea. Ma la guerra di Putin ha cambiato tutto e oggi i paesi di frontiera si sentono minacciati, sanno che le operazioni di pressione messe in campo dal Cremlino per instaurare con la forza la propria influenza possono diventare più violente e pericolose. Così Montenegro, Macedonia del nord e Bulgaria hanno voluto mostrare che fare resistenza si può, che unirsi si può, e che si può fare in poco tempo, coordinandosi e avendo un obiettivo comune: di qui i russi non passano. L’appartenenza alle istituzioni occidentali può essere un processo lungo, ma per mostrare da che parte si sta invece ci è voluto un attimo. E come dice il presidente ucraino Zelensky, non c’è colpo meglio assestato contro Putin della nostra unità.

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