Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Meloni e le colpe del fascismo La difficile eredità di Fratelli d'Italia
Testata: Il Foglio Data: 18 marzo 2022 Pagina: 6 Autore: S.Can. Titolo: «Meloni e le colpe del fascismo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/03/2022, a pag.VI l'articolo a firma S.Can. dal titolo "Meloni e le colpe del fascismo".
Giorgia Meloni
Roma. C'è Giorgia Meloni, la "capa" di Fratelli d'Italia, sempre più in ascesa, che dice: "Io penso che chi sostiene che l'Italia non aveva le forze di opporsi ai nazisti dice il falso, la Bulgaria fascista lo fece, si poteva fare e non si è fatto". E poi c'è anche Luciano Violante, che da presidente della Camera invitò a riflettere sulle ragioni dei vinti, di chi aderì alla Repubblica di Salò. In mezzo: c'è il libro di Virman Cusenza che cade a fagiolo: "Giocatori d'azzardo" (Mondadori). E cioè la storia densa dell'avvocato Enzo Paroli, socialista e perseguitato dal regime, che si trovò a difendere laicamente e senza pregiudizi Telesio Interlandi, noto a tutti per aver diretto Il Tevere e soprattutto la Difesa della razza (ma anche quel gioiello di cultura che fu il Quadrivio). Al Tempio d'Adriano, sotto la conduzione del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, non è andato in scena un dibattito sulla storia che fu. Ma una serie di appunti da tenere a mente per il futuro. Violante, da cui Meloni dice di aver imparato molto, ha parlato dell'importanza "del rispetto" perché pensare che "l'altro vada cancellato non è una grande forma di democrazia". Il libro di Cusenza - già direttore del Messaggero e del Mattino - nasce da un'idea non portata a termine da Leonardo Sciascia. Ma alla fine offre a Meloni l'occasione per continuare senza balbettii un percorso iniziato tanti anni fa a colpi di feste di Atreju con un parterre molto di sinistra. Per una volta non si parla di Matteo Salvini. Mai evocato. Ma la leader di Fratelli d'Italia si concentra su stessa, "sulle etichette che le appiccicano da sempre". Lo sdoganamento va avanti, a passi spediti ("da noi non c'è spazio per gli antisemiti e i razzisti"). Sul finale la leader di Fratelli d'Italia aggiunge una nota identitaria guardando all'Ucraina: "Rischiamo di non avere abbastanza posti per i profughi perché i posti sono occupati da immigrati irregolari".
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