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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Giornale Rassegna Stampa
09.02.2022 Foibe: che vergogna il convegno di Montanari
Commento di Gian Micalessin

Testata: Il Giornale
Data: 09 febbraio 2022
Pagina: 23
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Che vergogna il convegno di Montanari»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 09/02/2022, a pag.23, con il titolo 'Che vergogna il convegno di Montanari' l'analisi di Gian Micalessin.

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Gian Micalessin

Tomaso Montanari: La cultura è il vaccino contro il fascismo | Left
Tomaso Montanari

“La persecuzione, gli eccidi efferati di massa - culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe - l'esodo forzato degli italiani dell'Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell'Europa». Basterebbero le parole pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella il 9 febbraio 2020 per seppellire nella vergogna un personaggio come Tomaso Montanari, ispiratore a Siena di un convegno che punta a dimostrare come l'istituzione del Giorno del Ricordo risponda ad un «uso politico della memoria» e sia frutto del «revanscismo fascista». Ma il problema qui non è la dissestata scorciatoia ideologica disegnata da Montanari per conferire dignità scientifica ad un negazionismo di infimo rango. Il problema è che Montanari è il Rettore di un'istituzione statale come l'Università degli Stranieri di Siena.

Ora qualcuno, a partire dal ministero dell'Istruzione in su, dovrebbe chiedersi se il Rettore di un'università statale non sia tenuto a trasmettere e rispettare, oltre alla cultura e alla lingua italiana, anche il senso delle istituzioni e i principi della Repubblica. E se gli sia permesso denigrare una celebrazione votata, discussa e approvata dal Parlamento. Una celebrazione giudicata doverosa e legittima non solo da Mattarella, ma da tutti i Presidenti il cui settennato è coinciso con il Giorno del Ricordo. Azeglio Ciampi, il primo a celebrarlo ufficialmente nel 2005, ricordò «coloro che perirono in condizioni atroci nelle Foibe» e sancì che «questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni».

Nel 2007 Giorgio Napolitano, arrivato al Quirinale dopo 50 anni ai vertici di un Pci centrale nel garantire, almeno fino a metà anni 90, il silenzio sugli eccidi del dopoguerra, è stato ancora più esplicito nell'affermare «che si consumò - nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe - una delle barbarie del secolo scorso». Montanari, storico dell'arte ed esperto dell'eta barocca, farebbe bene, dunque, a chiarire a quale titolo si permetta di contraddire il Parlamento e tre Presidenti della Repubblica. Ma dovrebbe anche spiegare un'ideologia dell'odio dai tratti a dir poco abominevoli. Delegittimare la celebrazione del «Giorno del Ricordo» solo perché approvata e istituita durante una legislatura di centro-destra equivale, in termini di dignità morale, al disprezzo di chi giustifica l'oblio delle foibe sostenendo che in fondo ci finirono dentro solo i fascisti. Tesi peraltro falsa visto che servirono ad eliminare partigiani bianchi, innocenti uccisi per vendetta personali e anche stranieri, come croati e sloveni, non allineati con Tito. Una svista, o una menzogna, ancor più imperdonabile se a sostenerla è il Rettore di un'università per stranieri.

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