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Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Firenze di oggi, 10/09/2021, a pag.8, con il titolo "Oasi di Borgo Allegri, il giardino nel nome di Nirenstein-Lattes", la cronaca di Maria Cristina Carratù.
Sarà inaugurato lunedì 20 settembre il "nuovo" giardino di Borgo Allegri, piccola e sorprendete oasi verde nel cuore del centro storico, a due passi da Santa Croce. "Nuovo" perché sarà intitolato a due figure di spicco del paesaggio culturale fiorentino, i coniugi Alberto Nirenstein (1916-2007) e Wanda Lattes (1922-2018), di cui il Comune di Firenze ha deciso di «onorare la memoria e l'impegno per la libertà e la promozione della cultura». La cerimonia (ore 11) si terrà alla presenza delle figlie e dei nipoti, del sindaco Dario Nardella, di Daniel Vogelmann in rappresentanza della Comunità ebraica fiorentina, e di Ernesto Galli della Loggia, Paolo Ermini, Franco Camarlinghi, Maurizio degli Innocenti, presidente della Fondazione Turati (a cui gli eredi hanno consegnato le carte Nirenstein-Lattes).
Alberto Nirenstein, Wanda Lattes Giornalista, scrittore, nato nel villaggio polacco di Baranow da una famiglia ebraica, emigrato nel 1936 nella Palestina mandataria, sfuggito rocambolescamente dalla Polonia dove era tornato poco prima dell'occupazione nazista (molti suoi familiari sarebbero invece stati sterminati nel campo di concentramento di Sobibor), Alberto Nirenstein era arrivato in Italia durante la Seconda guerra mondiale come combattente della Brigata Ebraica, e aveva conosciuto la futura moglie a Firenze, sposandola nel 1945. Nel dopoguerra, come giornalista, scrittore e ricercatore impegnato nella raccolta di testimonianze sull'Olocausto, fu trattenuto dal governo comunista in Polonia, dove si trovava per una ricerca d'archivio, fino al 1953, anno della morte di Stalin. Wanda Lattes, fiorentina, partigiana combattente nella Resistenza, giornalista e scrittrice, è stata una delle prime giornaliste donne della storia italiana. Ha lavorato al Nuovo Corriere di Romano Bilenchi, al Giornale del Mattino, alla Nazione e dal 1990 al Corriere della sera. Insieme al marito e alle tre figlie, Fiamma, Simona e Susanna, ha firmato "Come le cinque dita di una mano. Storia di una famiglia di ebrei da Firenze a Gerusalemme" (1998), che ripercorre a cinque voci la storia familiare. La richiesta di intitolazione ai coniugi è stata promossa da un gruppo di amici, intellettuali e rappresentanti di alcune delle maggiori istituzioni culturali della città, con una raccolta di firme. Il Comune quindi ha fatto propria l'idea, proponendo il giardino di Borgo Allegri, sede «di vitali attività sociali e ricreative», e non lontano dalla Comunità ebraica di via Farini.
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