Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Iraq: è possibile un cambiamento della politica verso Israele? Analisi di Angelo Pezzana
Testata: Bet Magazine Data: 09 settembre 2021 Pagina: 12 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Tallal a-Hariri vuole trasformare l’IRAQ da colonia iraniana a un Paese pronto a un reale cambiamento. Anche verso Israele»
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano, settembre 2021, a pag.12, con il titolo "Tallal a-Hariri vuole trasformare l’IRAQ da colonia iraniana a un Paese pronto a un reale cambiamento. Anche verso Israele", il commento di Angelo Pezzana.
Angelo Pezzana
Tallal a-Hariri
Spesso l’omissione è più pericolosa della censura. Quest’ultima, almeno, può suscitare reazioni, proteste. L’omissione no, quanto viene omesso è come non fosse mai avvenuto, diventa una non notizia. Tallal a-Hariri, sempre presente nelle manifestazioni di protesta contro il corrotto regime di Baghdad, per non fare la fine di Hishem al-Hishami, analista e attivista anti-iraniano ucciso lo scorso anno, anche lui minacciato di morte si è rifugiato a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, da dove guida dal 2020 il movimento 25 Ottobre. A gennaio ha ricevuto l’autorizzazione a partecipare alle prossime elezioni parlamentari, il suo obiettivo è quello di dar vita a un governo laico, non settario, non corrotto, senza più l’asservimento all’Iran. E, novità assoluta, la normalizzazione delle relazioni con Israele, in un paese come l’Iraq che continua a sostenere il boicottaggio di Israele imposto dalla Lega Araba.
Hariri, che accusa apertamente il governo iracheno di essere sottomesso a Teheran e ai Fratelli Musulmani, si rivolge alle nuove generazioni. Un recente sondaggio ha reso noto che l’80% degli iracheni, in gran parte giovani, vogliono la separazione tra Stato e religione, una società pluralista, che riconosce la propria identità nella parola ‘Mesopotania’. È questo il programma del partito “25 Ottobre”, anche se Hariri riconosce apertamente tutti i pericoli che minacciano la sua stessa vita. La relazione con Israele, nel suo programma, infatti,dipende soltanto da un ‘quando’, non da un ‘se’. A Gerusalemme l’attenzione verso Hariri e il suo partito trova spazio su tutti i media, l’atmosfera ricorda la nascita del Progetto Abramo, che senza sparare un colpo ha cancellato decine di anni di chiacchiere e dichiarazioni di pace fasulle, il cui risultato era più che prevedibile. Più che un miracolo, il merito va attribuito alla onestà politico-diplomatica dei governi in carica in Usa e Israele, che hanno garantito la volontà di collaborazione con Emirati e altri Stati sunniti, aprendo le porte alla partecipazione successiva ad altri Stati della regione. La somiglianza con il partito di Tallal a-Hariri è evidente. Trasformare l’Iraq, da colonia iraniana dove la popolazione soffre la mancanza di cibo, acqua corrente, elettricità in un clima di costante guerra civile, in un paese pronto per dare vita a un reale cambiamento. Ma gli attori e la regia del Progetto Abramo è cambiata, al posto di Trump c’è Biden (leggasi Obama), il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha già riaperto il fondo di tre miliardi di dollari la cui destinazione sarà identica a quella di prima, che ha sempre privilegiato le richieste palestinesi, da Arafat Abu Mazen. Il coraggio non è di casa né a Washinton né a Bruxelles. L’omissione dei media di quanto sta avvenendo in Iraq ci fa temere il fallimento della volontà di un uomo coraggioso come Tallal a-Hariri. Dalle democrazie occidentali non riceverà nessun aiuto.
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