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Il Bibi Bashing: Netanyahu accusato ingiustamente, chi si scuserà?
Analisi di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
Benjamin Netanyahu Criticare Benjamin Netanyahu, che tutti in Israele chiamano colloquialmente “Bibi”, è uno sport nazionale in questo Paese, nonostante il suo successo alle urne. Manifestazioni e articoli di stampa hanno accompagnato i dodici anni del suo regno alla guida del Paese. Si sarebbe potuto pensare che questi attacchi sarebbero cessati ora che lui è solo il leader dell'opposizione. Ma avrebbe significato sottovalutare la rabbia dei suoi avversari. In primo luogo, c'era la questione della sua abitazione ufficiale a Gerusalemme. Come mai, proclamavano i suoi tanti detrattori, non l’ha lasciata subito per far posto al nuovo Primo Ministro, Naftali Bennett? Come mai non ha seguito l'esempio del suo grande amico, l’ex Presidente Donald Trump che ha avuto, lui, l'eleganza di abbandonare i locali poco prima dell'insediamento del suo successore Joe Biden? Ci si dimentica che Trump aveva avuto tutto il tempo per prepararsi al cambiamento. In Israele, la nuova coalizione ha ottenuto la fiducia solo con una maggioranza molto ristretta: 60 parlamentari contro 59. Una bruttissima sorpresa per Netanyahu che aveva creduto fino all'ultimo di vincere quel voto decisivo. Quindi è stato solo il 25 maggio che ha saputo di dover abbandonare una casa dove lui e la sua famiglia avevano vissuto per dodici anni. Lo ha fatto il 10 luglio, poco meno di due mesi dopo.
Quanto a Naftali Bennett, lui non ha così fretta di trasferirsi. Un altro episodio del Bibi Bashing ( Calunniare Bibi) : durante il telegiornale delle 20 del 1° luglio, i corrispondenti giuridici delle tre principali reti televisive, avevano annunciato con un’espressione grave dipinta sul viso, che su richiesta del Procuratore Generale Avichai Mandelblit, era stata avviata un'indagine; non meno di tre testimoni erano stati chiamati a deporre sui sospetti di appropriazione indebita di fondi pubblici durante i lavori nella residenza privata della famiglia Netanyahu a Cesarea. Le somme destinate a mettere in sicurezza al meglio una casa dove risiedeva spesso l'allora capo del governo, sarebbero state infatti utilizzate per installare una vasca idromassaggio Jacuzzi: il costo di questa installazione e di un'adeguata illuminazione sarebbe ammontato a cinquantamila shekel, ovvero a circa dodicimila euro. I corrispondenti giuridici, che sembravano essersi messi d’accordo, hanno sottolineato che l'inchiesta non riguardava ancora la famiglia dell'ex capo dello Stato bensì coloro che avevano effettuato l'installazione di quell’impianto, ma che ci sarebbero stati altri sviluppi. Il primo ad essere sorpreso da queste sconvolgenti rivelazioni fu proprio il principale interessato; ancor prima della fine del programma, i suoi avvocati hanno rilasciato una dichiarazione in cui la coppia Netanyahu dichiarava che non c'era mai stata una vasca idromassaggio nella villa, fin dalla sua acquisizione avvenuta vent'anni prima e minacciando i tre canali televisivi di far loro causa. Fatica sprecata. Il giorno dopo la Jacuzzi era in prima pagina sui giornali in Israele e la notizia è stata poi ripresa da molti media all’estero. Solo il 22 luglio i telegiornali hanno annunciato ufficialmente che il caso era stato archiviato. Ci sarebbe piaciuto ascoltare delle scuse, ma probabilmente sarebbe stato chiedere troppo.
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