Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Gli eroi che non avrebbero voluto morire Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 15 aprile 2021 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Gli eroi che non avrebbero voluto morire»
Gli eroi che non avrebbero voluto morire
Commento di Deborah Fait
C'erano le rondini che svolazzavano e garrivano sfrecciando lungo il Kotel tra le cui pietre costruiscono ogni anno i loro nidi. C'era il presidente di Israele Reuven Rivlin e c'erano due bambini orfani che, stretti a lui, si sono avvicinati, timidi e molto emozionati, al braciere. Il presidente ha preso la torcia di fuoco, i due bambini l'hanno stretta tra le loro manine e tutti e tre insieme hanno acceso la fiamma per dare inizio alla cerimonia in ricordo dei loro papà, dei 23.928 caduti per Israele e dei 3158 uccisi dal terrorismo arabo-palestinese. Mentre suonava il silenzio tutti e tre, il presidente, i bambini e tutti i presenti alla cerimonia avevano gli occhi pieni di lacrime. Lui, il presidente, piangeva per quei bambini che stringeva tra le braccia e che piangevano per i loro papà perduti per sempre. Noi sappiamo che Rubi Rivlin piangeva davvero, lui non è solo una figura istituzionale, è uno di noi, un papà, un nonno che si commuove al pensiero di tutte quelle vite finite nel sangue mentre difendevano Israele da quelli che lo vorrebbero eliminare. Questo è accaduto alle 20 in punto quando è suonata la sirena in tutto il paese, accesa la fiamma hanno incominciato a scorrere i nomi dei caduti sullo schermo davanti al Kotel e in tutti i canali della Tv israeliana. Mentre scrivo continuano a scorrere, nome, cognome, età e giorno della morte. Ieri sera è incominciato per Israele il giorno più lungo e triste dell'anno, i cimiteri (ogni città, ogni villaggio ne hanno uno dedicato solamente ai caduti) erano perfetti, non una foglia a terra, davanti ad ognuna delle tombe stavano sull'attenti un soldato o una soldatessa ognuno con una bandierina di Israele in mano. Al suono della sirena, si sono chinati simultaneamente e hanno piantato le loro bandierine in ogni tomba. I cimiteri non sembravano più tali ma una distesa biancoazzurra spumeggiante di bandiere sbattute dal vento. Veniva da piangere e da sorridere nello stesso momento. E' difficile esprimere a parole l'emozione che si prova, bisogna esserci per condividere il sentimento che lega un intero popolo nel ricordo chi è caduto nel nome di Israele. Alla fine di una giornata fatta di lacrime e dolore comuni a tutti, tutto il paese scoppierà, alle 20 di questa sera, mercoledì, in una gioia irrefrenabile per accogliere a braccia aperte e col cuore in fiamme Israele e il suo 73mo compleanno. Mazal tov Israel, Auguri.
Deborah Fait "Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"