Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Il silenzio dei media su Nicola Gratteri e il negazionismo Editoriale di Alessandro Sallusti
Testata: Il Giornale Data: 04 aprile 2021 Pagina: 1 Autore: Alessandro Sallusti Titolo: «Gratteri, Don Chisciotte e Sancio Panza»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 04/04/2021, a pag. 1 con il titolo "Gratteri, Don Chisciotte e Sancio Panza" l'editoriale di Alessandro Sallusti.
Alessandro Sallusti
Nicola Gratteri
Nel giorno di Pasqua non posso sottrarmi all'appello, lanciato ieri da Giuliano Ferrara dalle colonne del Foglio, a rompere la cortina di silenzio alzata da giornali (non il nostro), televisioni e politici per coprire lo scandalo del super magistrato Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, autore di una sciagurata prefazione a un libro sul Covid scritto da due signori, un magistrato e un medico, negazionisti e complottisti, con addirittura accenti antisemiti perché in ogni complotto che si rispetti gli ebrei non possono mancare. «Chi oggi tace è complice di quelle tesi», scrive Ferrara lanciando un guanto di sfida all'ipocrisia dei grandi opinionisti pronti a indignarsi a ogni accenno di Salvini sulle riaperture anticipate dei bar, ma coperti e allineati se in una operazione tesa a negare la gravità del virus è coinvolto il magistrato oggi più in vista d'Italia. Io certo mi meraviglio di Gratteri, ma ancora di più mi meraviglio dello stupore di Giuliano Ferrara che, da più tempo e più profondamente di me, conosce questo Paese e le sue classi dirigenti politiche, civili e intellettuali. Che si aspetta, che il magistrato più temuto e coccolato (nonostante inchieste così così) sia anche solo scalfito nella sua reputazione dalla gioiosa macchina dell'informazione italiana? Pensa davvero che gli intellettuali abbiano questa libertà e i loro editori tanto coraggio? Ci sarà un motivo per cui Giuliano Ferrara ha mollato baracca e burattini e si è trasferito a Parigi. Lo riassumo io: perché schifato di questo sistema incapace di rigenerarsi, sfiancato dopo anni passati a fare il Don Chisciotte di Roma a suon di battaglie libertarie (e libertine) contro i mulini a vento. Ferrara è un maestro in tanti campi, anche in quello delle cause perse. E allora, caro maestro, questa causa perdiamola insieme, vesto i panni dello scudiero Sancio Panza e lo scrivo pure io: un magistrato, anche se super, non può non essere chiamato dal suo datore di lavoro - lo Stato - a rendere conto di una simile bestemmia e neppure sottrarsi, se sarà ritenuto, più che a una condanna a una perizia psichiatrica. Ma ben sappiamo come andrà a finire: se neghi la gravità del Covid non puoi più insegnare, andare in tv, esercitare le professioni di medico e infermiere, ma puoi continuare a far tintinnare le manette ed emettere sentenze in nome del popolo italiano. Perché la verità, caro Giuliano-Don Chisciotte, è che non solo i giornalisti, ma purtroppo neppure il popolo italiano si indigna per questo. Al quale popolo, comunque, auguro buona Pasqua.
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