Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Testata: Italia Oggi Data: 08 gennaio 2021 Pagina: 8 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Meno disoccupati del temuto»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 08/01/2021, a pag.8 con il titolo "Meno disoccupati del temuto" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Si rimane chiusi per tutto gennaio. E probabilmente fino a primavera. Un lockdown che mi permette di andare a passeggio perché il mio quartiere a Berlino, grande come Firenze, non è una zona ad alto rischio. Ma c'è poco da fare. Le librerie sono aperte, «Bücher sind lebensmittel' , i libri sono generi di prima necessità, come i prodotti alimentari. Entro in una libreria piccola, ma dove scopro libri che ignoravo, e ne compro qualcuno. Su Amazon si cerca e si compra quel che si conosce. H supermarket al centro è vuoto, scambio due chiacchiere con la signora dietro il bancone al caffè. Sono il primo cliente con mia moglie, e restiamo gli unici per una decina di minuti. Il caffè è tedesco, e non è male. La signora dai capelli grigi teme per il suo posto: speriamo che finisca presto, ci saluta, ma non ci spera. Eppure, nonostante tutto, va meglio del temuto. I disoccupati aumentano, ma in percentuale meno che nei mesi prima della pandemia. In novembre rispetto a ottobre erano due milioni e 699mila, 61mila in meno rispetto a ottobre. E in dicembre erano due milioni e 707mila, appena ottomila in più in un mese, 480mila in più rispetto all'anno precedente. In inverno, da sempre, i disoccupati aumentano. All'inizio del nuovo anno, a livello nazionale rimangono intorno al sei per cento. Con tutti i ritardi e gli errori, gli interventi del governo hanno evitato una catastrofe. Si arriva a circa 11 miliardi di euro per ogni mese di chiusura. La situazione è preoccupante nei settori dei servizi e nel commercio, gli aiuti pubblici servono a sopravvivere, ma migliaia di negozi, ristornati, cinema, non riapriranno. I posti di lavoro vengono salvati grazie al Kurzarbeit, l'orario ridotto, molto alla lontana paragonabile alla nostra cassa integrazione. Per un periodo breve i dipendenti di una società in cattive acque continuano a lavorare per meno ore, con un taglio del salario di circa un terzo, e il datore di lavoro non paga contributi che passano a carico dello Stato. Nell'emergenza per il Covid-19, la paga per certi settori è all'80%, e si prolunga il periodo del Kurzarbeit. Nei mesi più critici del 2020, i lavoratori in orario ridotto erano circa dieci milioni. E torneranno alla piena occupazione appena finita la crisi. I tedeschi sono per natura pessimisti ma oggi cercano di vedere il futuro in rosa. Le imprese non licenziano i tecnici e i lavoratori specializzati, puntando sulla ripresa. Il personale qualificato manca in molti settori, e dopo sarebbe difficile trovare dipendenti. Nei prossimi anni la Germania dovrà far fronte alla mancanza di mano d'opera. Perfino l'AfD, il partito dell'estrema destra, è favorevole all'arrivo di lavoratori stranieri, immigrati e non flüchtlinge, fuggiaschi, come con più esattezza vengono chiamati i profughi, che in maggioranza non sono in grado di svolgere un lavoro in un'industria moderna. I profughi che ricevono l'assegno sociale, pari al minimo vitale, sono oltre un milione e settecentomila. Immigrati che dovrebbero giungere da paesi europei, in grado di integrarsi rapidamente in Germania, e di imparare la lingua, se già non la conoscono sia pure in modo elementare, come in Polonia, Ungheria, Repubblica Céca. Già prima della pandemia negli ospedali mancavano medici e infermieri, e le badanti nelle case di riposo e nelle famiglie con parenti anziani. Le vaccinazioni vanno a rilento non solo perché non ci sono dosi sufficienti (non basta ordinarle, serve tempo per produrle, si difende il ministro della sanità, Jens Spahn), ma anche per mancanza di infermieri e medici. Per trovarli bisognerà aumentare le paghe, che non sono all'altezza dei compiti richiesti. I letti a terapia intensiva sarebbero ancora sufficienti, 28mila e altri 12mila di riserva, ma in molti ospedali non sono occupati perché manca il personale in grado di controllare i pazienti 24 ore su 24.
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