Iran, ecco il vero volto del regime Condanna a morte 'imminente' per il ricercatore irano-svedese
Testata: Il Giornale Data: 26 novembre 2020 Pagina: 22 Autore: la redazione del Giornale Titolo: «Esecuzione 'imminente' per il ricercatore irano-svedese»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 26/11/2020, a pag. 22 l'articolo "Esecuzione 'imminente' per il ricercatore irano-svedese".
Ahmadreza Djalali
«La notizia è orribile: le autorità iraniane intendono eseguire la condanna a morte di Djalali entro una settimana», dichiara Diana Eltahawy, vicedirettrice per il Medio Oriente e l'Africa del Nord di Amnesty International. Sarebbe dunque imminente l'esecuzione dell'irano-svedese esperto in Medicina dei disastri, Ahmadreza Djalali, che per diversi anni ha operato a Novara nella struttura del Crimedim, il centro di ricerca internazionale dell'Università del Piemonte Orientale noto in tutto il mondo per gli studi sulla medicina delle emergenze. Lo rivela Amnesty International che ha appreso «con sgomento» la notizia del trasferimento di Djalali in isolamento, cosa che lascia supporre l'imminente esecuzione. Djalali, che ha vissuto e lavorato a lungo a Novara, è stato condannato a morte nel 2017, dopo un processo farsa per «corruzione». Il tribunale si è basato su «confessioni» estorte con la tortura quando Djajali, arrestato nell'aprile 2016, era detenuto in isolamento senza accesso a un avvocato.
Diana Eltahawy
«Durante gli interrogatori - ricordano gli operatori di Amnesty International - lo hanno minacciato di morte e terrorizzato dicendogli che avrebbero ucciso i figli residenti in Svezia e la madre che vive in Iran. In una lettera trapelata dalla prigione di Evin nell'agosto 2017, Djalali ha denunciato che era stato arrestato solo perchè aveva rifiutato di utilizzare le sue relazioni accademiche con le istituzioni europee per fare la spia in favore dell'Iran. Quanto all'intervento della diplomazia svedese, l'Iran respinge e ritiene «inaccettabile» qualsiasi ingerenza esterna sull'operato della magistratura, secondo una nota del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Saeed Khatibzadeh, all'indomani della telefonata tra la ministra degli Esteri, Ann Linde, e il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. Ieri l'Iran ha rilasciato la cittadina britannico-australiana Kylie Moore-Gilbert, accademica di studi islamici incarcerata con l'accusa di lavorare per Israele, in cambio del rilascio di tre «uomini d'affari» iraniani in cella all'estero. Il presidente Rohani ha invitato l'amministrazione di Joe Biden, a ripristinare la «situazione che prevaleva» prima che Donald Trump salisse al potere, segno che qualcosa potrebbe cambiare nelle relazioni tra i due Paesi.