|
| ||
|
||
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/11/2020, a pag. II, con il titolo "Per Ayaan Hirsi Ali gli attentati islamisti sono veri atti di guerra”, l'intervista tratta da Le Point.
Ayaan Hirsi Ali Le Point: Perché la Francia è stata così spesso bersaglio degli attentati islamisti? C'è qualcosa di specifico al nostro paese? Ayaan Hirsi Ali - Ciò che probabilmente è specifico al vostro paese è il fatto che queste società parallele, che il vostro presidente chiama il "separatismo islamista", sono state autorizzate a diffondersi progressivamente per decenni. Quando all'inizio degli anni Novanta il sogno degli islamisti algerini si è spezzato, è la Francia che è stata considerata responsabile. Motivo per cui sono arrivati gli attentati ed è stato anche messo in piedi un sistema di antiterrorismo efficace nel vostro paese. Ma questo sistema è diventato meno potente a partire dagli anni Duemila. Dopo l'11 settembre, periodo in cui andavo spesso in Francia, mi ricordo che i dibattiti erano incessanti, alcune persone, essenzialmente a sinistra, ritenevano che le misure per reperire e pedinare i terroristi non fossero costituzionali. Alla base di questo argomento, c'era l'idea multiculturale secondo cui era ingiusto trattare i musulmani diversamente dagli altri. L'altra ragione è che la Francia si è accontentata fino ad ora di focalizzarsi sugli attentati. Nel momento in cui un attentato si produce, si chiede retroattivamente come è potuto accadere e cerca i musulmani radicalizzati e i loro alleati. Ma la Francia si è interessata troppo poco alle istituzioni in cui avviene l'indottrinamento dei giovani, che li conduce a pensare che, quando qualcuno commette un "atto di blasfemia", devono attaccare ed uccidere invece di essere semplicemente offesi e distogliere lo sguardo da ciò che li offende. È una predica che si sente in moschea - e per moschea non si intende solo un luogo di culto con una cupola magnifica, può essere anche una stanza della casa di una persona, una cantina o un seminterrato. La Franca ha ignorato gran parte di questi problemi. Si preferisce sempre trovare delle scuse: queste prediche esistono perché queste persone sono infelici, escluse e discriminate. L'ultima ragione sta in ciò che accade nelle prigioni. Numerosi giovani uomini di origini maghrebine si ritrovano in prigione per dei piccoli reati e quando tornano fuori sono degli islamisti. Un francese a cui chiedevo un giorno perché non mettevano maggiormente gli stupratori in prigione in Francia mi aveva riposto pressappoco così: "Entrano in prigione da stupratori e ne escono da terroristi". La Francia non ha seguito abbastanza ciò che accadeva nelle carceri.
Che cosa pensa dei recenti annunci del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, contro il "separatismo islamista" - prima ancora dell'attentato di Conflans? Tutto dipenderà dalla sua volontà e dalla sua capacità di metterli in pratica. Perché spesso i leader politici fanno dei grandi annunci sul terrorismo che sono seguiti da ben poche azioni concrete. Ciò deriva parzialmente dal fatto che, quando si nomina il problema, come Emmanuel Macron ha fatto, si è immediatamente demonizzati o considerati come demagoghi dalla maggior parte dei media e degli intellettuali. Lo abbiamo visto in Francia, in Germania, negli Stati Uniti, dove per molto tempo si è detto che gli attentati erano commessi da persone estreme e squilibrate. E' da decenni che dura questa situazione. Ma se il vostro presidente, assistito dal suo governo e dalla società civile, prende veramente il pericolo islamista sul serio, potrà cambiare le cose.
Come rispondere ai musulmani che si sentono offesi dalle caricature di Maometto? Nella storia dell'Europa, e in particolare in quella della Francia, questa discussione ha avuto luogo per secoli. E per rispondervi abbiamo creato delle Costituzioni che proteggono la libertà di offendere. Non c'è altro da dire. Oggi sono i musulmani a essere offesi, ma ieri erano i cattolici e i protestanti, a tal punto che si facevano la guerra. Se fossi stata una bambina e avessi visto la caricatura che ha mostrato Samuel Paty, mi sarei divertita, non mi sarei offesa. Ma questi bambini non ridono, perché gli adulti hanno inculcato loro l'idea che queste immagini fossero offensive. Bisogna parlare a questi adulti da adulti. "Lei ha deciso di vivere in Francia? Ecco la nostra storia e i nostri valori, dovete seguirli". Quando vivevo ancora nei Paesi Bassi, incontravo dei bambini di origini nordafricana nati in Olanda per raccontare loro tutto ciò I multiculturalisti e i postmodernisti ritenevano che ciò che facevo fosse sbagliato perché "coloniale" e "etnocentrico". Succede la stessa cosa da voi. Ma se non si impara cos'è la libertà d'espressione e qual è la sua storia, non verranno mai rispettate! Gli islamisti entrano in questo vuoto relativista e impongono a dei bambini un'ideologia che risale al Settimo secolo. E' un fallimento totale per l'educazione.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@ilfoglio.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |